VOCE
ADRIA
27.12.2019 - 22:35
"Noi non vogliamo ripetere quel che già si sa circa l’incontro organizzato dall’amministrazione comunale la settimana scorsa, che doveva essere utile per individuare una rosa di candidati tra i quali scegliere quello più idoneo a rappresentare gli ospiti e i loro familiari all’interno del nuovo Cda della Casa di Riposo, ma solo sottolineare alcuni aspetti e passaggi che ci hanno colpito durante la serata". Lo spiega la nota stampa dei 5 Stelle di Adria, che tornano sulla questione che sta infiammando, in questi giorni, il mondo politico adriese.
"Prima di tutto, il tono usato dal Sindaco durante tutto il suo svolgimento, quasi a far pensare ad una arringa piuttosto che ad un tranquillo scambio di idee e suggerimenti tra la sua amministrazione ed i presenti, non molti per la verità, dei quali solo una parte composta da familiari degli ospiti, mentre l’altra parte soprattutto da addetti ai lavori (giornalisti, appartenenti a forze politiche). Un continuo ripetere 'Io sono il Sindaco…io decido', che suonava come un insieme di note stonate, visto che si stavano cercando collaborazione e proposte da parte dei familiari, che sono puntualmente arrivate, ma rimaste lettera morta perché cassate sul nascere".
"È stato detto che sarà affrontato, subito dopo l’insediamento del nuovo Cda (che ricordiamo sarà composto da 4 rappresentanti della maggioranza civica, uno solo della minoranza), lo spinoso problema dell’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi (Cpi), e che questo comporterà il rischio concreto dell’aumento delle rette. Noi riteniamo che sia prematuro ventilare questa ipotesi, anzi che sia doveroso da parte del futuro Cda evitare, nel modo più assoluto, che scelte fatte nel passato, oppure che eventuali problemi di bilancio al momento non evidenziabili, vengano fatti ricadere, per l’ennesima volta, sulle tasche delle famiglie, che già pagano conti molto salati per garantire la giusta assistenza ai loro congiunti".
"Vogliamo però sottolineare una cosa detta dal Sindaco, che riteniamo grave per il contesto nel quale è stata detta: i sindacati e i lavoratori del Csa sono stati esortati, con l’arrivo del nuovo Consiglio di amministrazione, ad un nuovo e rinnovato modo di gestire i rapporti tra l’organo di gestione e tutti i soggetti interessati, a rimuovere le bandiere posizionate davanti all’ingresso della struttura. Quelle stesse bandiere che sono state e sono tuttora il simbolo della protesta portata avanti da chi ha subito riduzioni delle competenze accessorie, inasprimento dei turni senza possibilità di sostituzioni".
"Noi ci auguriamo che si ritrovi unità di intenti per fare in modo che la Casa di riposo di Adria ricominci ad avere il ruolo che le spetta per l’importanza che ha nel territorio, però saranno i lavoratori e i sindacati a decidere se esisteranno o meno le condizioni perché le bandiere, simbolo di una protesta profonda e sentita, possano essere tolte".
Sulla vicenda della nomina del rappresentante dei famigliari degli ospiti nel Cda della Casa di Riposo di Adria, interviene anche Claudio Rossi, il candidato a essere rappresentante dei famigliari nettamente più votato, 15 voti a tre, ma non nominato dall'amministrazione comunale.
“Parlando con molte persone che ancora non hanno capito come si siano svolti i fatti della nomina del rappresentante dei famigliari nel consiglio della casa di riposo, meglio riassumere, precisando, alcuni passaggi- spiega Rossi - Il sindaco convoca una assemblea alle 18 di sera di venerdì, limitando di fatto la presenza dei famigliari che a quell’ora in gran parte o sono a lavorare o stanno imboccando i propri cari per la cena al Csa. All’inizio dell’assemblea il sindaco decide che l’assemblea potrebbe anche non indicare più il loro preferito ma una 'rosa di candidati', cambiando i patti pubblicamente stabiliti. I famigliari scelgono invece di votare, esercitando un loro diritto come promesso per indicare la persona di loro gradimento che da tecnico porti le problematiche insorgenti nei reparti direttamente in consiglio. La votazione ha luogo, i votanti sono 18 ed il risultato è chiarissimo: 15 a 3". A favore di Rossi.
"A questo punto per il sindaco sorgono quattro grossi problemi: il candidato (tecnico) preferito ed indicato dai famigliari potrebbe sconvolgere l’equilibrio democratico trasformando il Consiglio di amministrazione del Csa in un piccolo consiglio comunale perché è stato candidato in una lista politica alle ultime elezioni amministrative, è stato il Capo del Personale nonché Vice Direttore proprio del Csa per quasi 28 anni, ma secondo il Sindaco non conosce a fondo le dinamiche del lavoro nei reparti, sebbene (evidentemente secondo il sindaco) il Consiglio di amministrazione della Casa di Riposo sia tenuto a conoscere perfettamente e decidere i turni di servizio degli Oss, le procedure del cambio del pannolone, la somministrazione (limitata) di alcuni farmaci, sotto controllo infermieristico e medico, nonché i tempi del riassetto delle stanze ed infine è un uomo".
"Per tutti questi motivi il sindaco, in un colpo solo, mortifica: il candidato vincitore, che sarebbe stato preferito dall’83% dei famigliari votanti; la candidata sconfitta, non voluta dai famigliari, che invece sarà loro imposta dal sindaco; ed infine, ma se possibile ancora più grave, i famigliari degli ospiti del Csa, clamorosamente presi in giro da una operazione che poteva dare loro quel valore di portatori di interesse reale (qualcuno li chiama 'maggiori azionisti') all’interno della Casa di Riposo dove hanno il loro anziani ospitati che dovranno rapportarsi con un consigliere che non avrebbero voluto. Che pasticcio”.
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