VOCE
Blitz ai Cantieri Vittoria
17.02.2020 - 18:01
E’ uno sfregio alla città non soltanto a un’azienda, l’azione selvaggia compiuta sabato scorso da alcuni esponenti riconducibili ai centri sociali del Nordest che hanno imbrattato l’ingresso e il centro uffici e progettazione del cantiere navale Vittoria in via Leonardo Da Vinci. Sulla vicenda indagano la polizia e la Digos, al momento sono cinque le persone denunciate.
Superato il primo momento di sorpresa e amarezza, arriva la dura presa di posizione del presidente dell’azienda Luigi Duò, erede di una prestigiosa famiglia di armatori. Prima di tutto invia “un ringraziamento alle autorità di pubblica sicurezza per la rapidità nell’intervento e per il lavoro svolto e insieme ad esse tutte le istituzioni locali, i concittadini ed i lavoratori per il supporto ricevuto e la solidarietà espressa”.
Quindi il presidente ricorda che “la nostra azienda ha subìto un duro attacco e gravi azioni di danneggiamento che solo per puro caso non hanno causato danni alle persone ma abbiamo ottenuto tali attestazioni di vicinanza, stima e sostegno da parte del territorio nel quale operiamo da motivarci a proseguire la nostra attività con lo stesso impegno e la stessa dedizione di sempre. Abbiamo piena fiducia nell’operato delle autorità con le quali stiamo collaborando per l’identificazione degli autori di queste azioni vigliacche e di tenore squadrista. L’attività della nostra azienda, impegnata da generazioni nella progettazione e costruzione di imbarcazioni militari e paramilitari ma anche da lavoro, commerciali e da trasporto, è riconosciuta a livello nazionale e internazionale, e avviene da sempre nella piena osservanza delle vigenti leggi in materia di costruzione di imbarcazioni di questa tipologia, destinate alla salvaguardia delle vite umane ed al contrasto delle attività illecite in mare”.
E conclude: “Il Cantiere lavora, tra gli altri, anche per lo Stato italiano e non ha alcuna commessa diretta con la Libia ed in alcun modo è in rapporto di affari con quel Paese. Stiamo provvedendo, su appalto ottenuto dal ministero dell’interno del nostro Paese, alla rimessa in efficienza di imbarcazioni che, secondo quanto previsto dagli accordi tra Italia e Libia, sono destinate alla guardia costiera del Paese africano”.
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