Estetiste: “Siamo in ginocchio”

In questo momento di grande caos e di grande difficoltà in cui si stanno immergendo le imprese di tutta la nazione, a causa delle restrizione dovute al Coronavirus, ci sono categorie che, se pur importanti, non sanno a che santi rivolgersi per capire bene quale si a la loro situazione: cosa possono o non possono fare.

“Sono un’umile estetista di Porto Viro che vi parla con le lacrime agli occhi - inizia lo sfogo di una professionista di questo settore, "lunedì il presidente Conte ha finalmente letto il nuovo decreto, dopo bensì due bozze già divulgate, ed ha dichiarato tutto il nostro Paese ‘zona rossa’, con tutte le varie misure da adottare per il contenimento del virus sul territorio nazionale, scordandosi di varie categorie di lavoratori tra cui gli artigiani, che in Italia sono solo 1,7 milioni", continua.

E ha aggiunto: “Da 20 anni ho la mia piccola azienda anche se in estate arrivo a 10 dipendenti. In questo periodo non ho mai chiuso; le mie ragazze si sono sempre date il turno per garantire un maggior servizio. Ogni nostro trattamento non si può fare mantenendo un metro di distanza – conclude - nel nostro lavoro non può esistere questa misura, ma come noi quanti settori non sanno ancora cosa fare. Alla fine anche io ho deciso di chiudere perché guardando le mie ragazze negli occhi, quando da un mese indossano guanti e mascherine, mi sono sentita in colpa per il rischio che corrono con questo lavoro in mezzo a questa grande incertezza assoluta. Ognuno di noi a casa vive la propria storia con genitori anziani, bimbi piccoli o con persone che hanno qualche problema. Come loro vanno tutelate anche queste lavoratrici. Ma chi tutela il mio lavoro? Di certo non questo stato”.