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IL CASO

“Per le scuole servono alunni”, ex preside pronta a querelare

L'ex preside Cassetta: "Numeri insufficienti per tenere aperta la scuola. Io, sempre lavorato con professionalità"

“Per le scuole servono alunni”, ex preside pronta a querelare

Rompe un silenzio di oltre cinque anni Laura Cassetta, da sempre poco incline alle esternazioni pubbliche e completamente estranea alle polemiche, sempre tenendosi alla larga. Ma anche la pazienza ha un limite ed è stanca di essere ripetutamente chiamata in causa quale responsabile della chiusura della scuola media di Bottrighe, chiusura avvenuta quando lei era dirigente scolastico dell’istituto comprensivo AdriaUno. Una cosa, tuttavia, Laura Cassetta intende mettere bene in chiaro: non accetta che il suo operato svolto con professionalità e pieno rispetto delle normative venga ricondotto a giochi politici. Pertanto d’ora in avanti, qualora dovesse essere chiamata in causa con accuse più o meno velate, provvederà a tutelare, anche attraverso le vie legali, la propria serietà professionale.

“Sono stata dirigente scolastico dell’istituto di AdriaUno dal 2009 al 2015 – scrive - ora sono in quiescenza da poco più di 5 anni. Il signor Alberto Bergo continua a chiamarmi in causa a mezzo stampa accusandomi non tanto velatamente di essere stata la persona, insieme ai rappresentanti politici del tempo, che ha chiuso la scuola media Umberto Maddalena di Bottrighe. Desidero chiarire, una volta per tutte, che tale scuola media non esiste più ufficialmente presso il Ministero dell’istruzione dal lontano 1983, anno in cui il preside Livio Crepaldi l’ha accorpata alla scuola media Marino Marin, diventandone quindi sezione staccata, ovviamente nel rispetto della normativa del momento non avendo più i requisiti per rimanere scuola autonoma”.

E ancora: “Al di là delle volontà politiche e delle esigenze di una frazione, che comprendo perfettamente, ribadisco che il primo requisito perché una scuola sia aperta e funzionante è che ci sia un numero di iscrizioni congruo. Nei sei anni di mia competenza le iscrizioni sono state da un massimo di dodici ad un minimo di una, numeri totalmente insufficienti per attivare una classe (il numero minimo per legge è di 18 alunni).

Dopo numerosi incontri anche negli uffici scolastici provinciali, i signori del Comitato per la salvaguardia del plesso scolastico di Bottrighe non hanno voluto e non vogliono accettare che esiste una normativa per formare le classi cui il dirigente scolastico deve attenersi. Fino a quando sono stata al lavoro non ho voluto coinvolgere la scuola in diatribe legali assurde, visto che io non facevo altro che applicare la normativa con l’approvazione dei dirigenti provinciali e regionali, ma ora sono pronta ad adire le vie legali se queste diffamazioni non finiscono, diffamazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà e che dimostrano ‘l’ignoranza’, nel senso etimologico del termine, del signor Bergo, che puntualmente ogni anno nel periodo che precede la scadenza delle iscrizioni racconta la ‘sua’ storia avulsa dalla norma e dalla realtà dei fatti”.

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