VOCE
ADRIA
22.11.2021 - 09:08
La cultura a palazzo Tassoni. Dopo il saluto a nome del sindaco, l’assessore Andrea Micheletti ha ricordato come la tradizione delle giornate dedicate a Dante sia iniziata con il prof. Livio Crepaldi e proseguita con Antonio Giolo, attuale referente della biblioteca Comunale.
Il professor Antonio Lodo, ex sindaco della città di Adria e relatore del nuovo appuntamento Dantedi, ha confermato che c’era stato un impegno con Crepaldi alla trattazione del VI canto del Paradiso. L’Assessore Micheletti, ha anche affermato che questo incontro sulla cultura si inserisce all’interno del Progetto “Adria città che legge” ed ha invitato le persone presenti in sala consigliare e quelle collegate in diretta streaming sul canale ufficiale del Comune a partecipare ai futuri incontri sulla lettura, già fissati sia al Museo Archeologico Nazionale e sia nella sede del Circolo del Cinema, sita in piazza Cavour.
Antonio Giolo, presentando il relatore, ha sottolineato l’utilità dello studio di Dante anche al di là del settimo centenario della sua morte, non solo per la ricorrenza del 25 marzo del Dantedì, ma per i contenuti delle opere scritte dal sommo poeta.
Estremamente interessante la lezione “dantesca” di Lodo che, leggendo e spiegando tutti i versetti del canto e traducendoli in un linguaggio odierno, ha reso chiari i contenuti del Canto, facendo sentire Dante come un nostro contemporaneo. Un poeta che parla a noi oggi, trattando gli eterni problemi della condizione umana e della vita sociale, pur essendo condizionato dai temi caratteristici del suo tempo.
Il Canto VI è famoso per l’incontro di Dante e Virgilio con Sordello, e soprattutto per la famosa invettiva “Ahi serva Italia”, una inventiva che non risparmia nessuno: non risparmia i signori del tempo, le città, il papa e l’imperatore, e arriva ad una punta quasi di blasfemia, quando se la prende addirittura con Dio nella seconda parte del canto. E conclude l’invettiva, con alcuni versi indirizzati alla sua Firenze, verso la quale, anche per le sue vicende biografiche, ha espressioni sarcastiche.
Lodo è partito dalla definizione di Borges che dice che “La Divina Commedia è il più bel libro scritto dagli uomini”; e ogni volta che leggiamo i diversi canti scopriamo qualcosa di nuovo, nuovi aspetti che, ad una prima lettura, ci erano sfuggiti.
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