VOCE
Adria
05.02.2022 - 09:57
Francesco Bisco, presidente del consiglio comunale
Non è una Caporetto, è una Waterloo per l’amministrazione comunale di Adria la sentenza del Tar che annulla la delibera del 30 giugno scorso sulle “Modifiche al regolamento della tassa rifiuti, Tari”.
Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dai consiglieri comunali Lamberto Cavallari e Sandro Gino Spinello che avevano lamentato il mancato rispetto dei termini per la consegna della documentazione. Il Comune ha cercato di difendersi sostenendo l’urgenza di procedere con l’approvazione, tesi bocciata da Tar dal momento che la scadenza era stata prorogata di una mese come gli stessi consiglieri comunali avevano dichiarato in aula. Nei prossimi giorni si capirà quali conseguenze amministrative e pratiche comporterà questa sentenza sia per il Comune che per i cittadini.
Ma non finisce qui. Sulla vicenda potrebbe intervenire anche la Corte dei conti riconoscendo il danno erariale sostenuto dal Comune nel difendersi avanti al Tar e accollare la spesa a carico dei consiglieri comunali che hanno votato quella delibera.
Soddisfazione per l’esito ma anche amarezza per una battaglia che non si doveva combattere come emerge dalle parole a caldo di Lamberto Cavallari. “Non posso che essere soddisfatto per l’esito del ricorso - afferma - sul quale tuttavia non nutrivo alcun dubbio fin dal primo momento. Ringrazio l’avvocato Mulas per come ha impostato la mia difesa e per il risultato raggiunto. Dispiace che un cittadino, un consigliere comunale debba ricorrere a un tribunale per vedere riconosciuto un proprio diritto che lo stesso presidente del consiglio e la stessa amministrazione dovrebbero garantire. Invece è stato proprio lui (il presidente Bisco, ndr) che anche in questa occasione ha dato evidenza di non essere adeguato, a mettere in votazione il superamento del regolamento stesso, votazione nella quale tutti i consiglieri di maggioranza, senza neppure provare a porsi un dubbio, hanno votato come automi per sole ragioni di appartenenza politica”.
E ancora: “Dispiace anche che la stessa amministrazione comunale, davanti alla nostra richiesta di agire in autotutela, abbia preferito resistere. Sono stato accusato dal sindaco di non assumermi le mie responsabilità: penso invece di essermele prese tutte, mettendoci la faccia, oltre che il denaro necessario. Dispiace veramente di sentirsi accusati dal sindaco per essere ricorsi ad un tribunale, come se chiedere giustizia nelle sedi competenti non fosse un diritto costituzionalmente garantito ai cittadini, nell’imparzialità di quella magistratura che non risponde alle logiche di minoranza e maggioranza”.
A questo punto Cavallari scarica un affondo su Barbierato. “Ricordo al sindaco e s chi lo avesse dimenticato - incalza - che l’attività di minoranza portata avanti dall’allora consigliere Omar Barbierato consisteva esattamente nel proporre metodicamente esposti (fra i molti cito i famigerati Borghi autentici), che venivano regolarmente respinti, con spese poste a carico della comunità. Da questo pulpito arrivano le prediche, con la differenza che i nostri ricorsi vengono regolarmente accolti. Sarebbe sufficiente che la maggioranza rispettasse la legge o riconoscesse i propri errori agendo in autotutela quando gli viene evidenziato il problema invece di agire con superbia e arroganza”.
Quindi osserva che “c’è poco da arrabbiarsi: questa vicenda non sarebbe mai iniziata se la maggioranza e il segretario comunale dalla stessa scelto avessero rispettato la legge, evitando d rivolgersi al tribunale. Mi sono assunto le mie responsabilità mettendoci la faccia e anche le risorse economiche. Adesso mi aspetto che lui e chi ha deciso di resistere in questa vicenda si assumano l’onere economico che è costato al comune, in quanto sarebbe veramente inaccettabile che il costo di questa vicenda dall’esito scontato finisse sulle spalle dei cittadini”.
Conclude con un monito: “Dopo le lezioni di Anac e Tar, si inizi una stagione di rispetto della legge, trasparenza e buona amministrazione”.
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