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Luigi Duò: “Non mi candiderò”

Ma aggiunge: “Sarò sempre al servizio della mia città”. E lancia una frecciatina alla politica

Luigi Duò: “Non mi candiderò”

Luigi Duò, amministratore delegato del Cantiere navale Vittoria

Ma aggiunge: “Sarò sempre al servizio della mia città”. E lancia una frecciatina alla politica

“Non sarò candidato sindaco per rispetto della mia famiglia e dell’azienda che richiede un grande e quotidiano impegno, tuttavia sarò sempre al servizio della città”: una presa di posizione chiara e perentoria da parte di Luigi Duò, amministratore delegato del Cantiere navale Vittoria. In questo modo mette a tacere, si spera definitivamente, le tante voci che da qualche giorno circolavano in città con sempre maggiore insistenza su una sua possibile discesa in campo. Tuttavia non si trattava di semplici illazioni perché lo stesso Duò ha ammesso che qualcuno gli ha avanzato la proposta. Da gran signore ha rivelato il peccato ma non il peccatore, ma tutti i presenti hanno ben capito a chi si riferiva.

Il noto imprenditore adriese è intervenuto alla serata conviviale “ma con sfumature politiche”, come ha puntualizzato Massimo Barbujani, organizzata dalla Bobosindaco per “prepararsi in vista della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale che sarà tra un anno ma è già ben avviata”.

Incalzato dalla domande di Paolo De Grandis, storico speaker di Deltaradio, Luigi Duò ha raccontato la straordinaria avventura imprenditoriale della sua famiglia legata al Cantiere navale: una storia che si appresta a tagliare il secolo e che è stata raccontata in un libro di recente pubblicazione dal titolo significativo: “Cantiere navale Vittoria: l’arte di navigare il mare e il tempo”.

L’ad ha anche rivelato un aneddoto: tantissimi adriesi chiamano il cantiere “quello dei papa”, ma pochissimi conoscono l’origine di quel nomignolo. “Ebbene - ha ricordato Luigi - mio nonno, che portava il mio stesso nome, era così abile nel suo lavoro che non si sporcava mai, la sua tuta restava sempre bianca: collegando il candito vestito a quello del pontefice, gli è stato attribuito il soprannome ‘papa’ che ancor oggi persiste”.

L’intervistatore ha chiesto qual è il successo di questa impresa e come si affrontano le crisi, una dopo l’altra, anche sovrapponendosi come sta avvenendo con la pandemia e la guerra in Ucraina.

“Prima di tutto con la serietà conquistata in campo nazionale e internazionale - ha spiegato l’ad di via Leonardo Da Vinci - In secondo luogo avendo una grande armonia all’interno dell’azienda senza distinzioni tra staff dirigenziale, amministrativo, tecnico e maestranze: tutti remiamo con convinzione nella stessa direzione. Terzo punto fondamentale la diversificazione delle produzioni per essere pronti a rispondere a diversi mercati: a volte servono motovedette, altre volte imbarcazioni da turismo, oppure bettoline. Questo è fondamentale per aggiudicarsi le diverse commesse, perché nessun comparto va avanti più di qualche anno”.

Non è mancata una frecciatina all’indirizzo di chi governa a Palazzo Tassoni: “Non sempre i piani urbanistici - ha affermato - sono funzionali allo sviluppo delle imprese”, rivolgendosi, ovviamente agli amministratori di oggi, di ieri e dell’altro ieri.

Luigi Duò ha dimostrato di sapersi ben destreggiare di fronte a qualche domanda insidiosa. “Perché nessun gossip sui Duò?” gli chiede a bruciapelo De Grandis. Immediata e sicura la risposta: “Perché abbiamo troppo da lavorare”.

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