VOCE
Adria
28.04.2022 - 13:27
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà domenica prossima primo maggio, festa del Lavoro, al Palazzo del Quirinale i familiari delle vittime della tragedia della Coimpo. In quella drammatica mattina del 22 settembre 2014 nel sito industriale di via America persero la vita: Nicolò Bellato 28 anni di Adria; Marco Berti 47 anni, di Mardimago di Rovigo; Giuseppe Baldan 47 anni di Campolongo Maggiore nel veneziano; Paolo Valesella 48 anni di Adria.
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Diverse condanne sono già state emesse dal tribunale di Rovigo, ma ancora si attendono altre sentenze per fare pienamente luce su quanto successo, su eventuali responsabilità, ma soprattutto per capire se quella tragedia si poteva evitare. Nel primo anniversario della tragedia, l’amministrazione comunale ha intitolato alle quattro vittime una piazzale del centro del paese con una targa che ricorda i loro nomi. Ieri, dunque, a ciascun familiare è arrivata la mail ufficiale della presidenza della Repubblica per invitarli alla cerimonia che prenderà il via alle 11 nel palazzo del Quirinale.
I familiari riceveranno la Croce al merito del lavoro. Il riconoscimento è stato proposto dal consolato dei Maestri del lavoro e portato avanti da diversi anni, tutto era pronto per la cerimonia ufficiale di tre anni fa, poi è arrivata la bufera della pandemia. La tragedia delle vittime sul lavoro è una piaga che ogni anno sanguina profondamente: oltre 180 le vittime da inizio anno, nel 2021 sono state 1.221.
Nel suo intervento di un anno fa nella giornata del primo maggio, Mattarella aveva lanciato un severo monito: “Diritto al lavoro è diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ancora troppe morti a causa di norme eluse e violate: non è tollerabile”. E nel discorso alle Camere per il secondo insediamento del 3 febbraio scorso, Mattarella ha affermato in maniera perentoria che la sicurezza sul lavoro è una questione di dignità. “Dignità - ha dichiarato il presidente - è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita”.
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