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PARTITO SOCIALISTA ROVIGO

"Giù le mani dal Po": la sicurezza idraulica innanzitutto

Una ferma opposizione al progetto portato avanti da Ferrara

Piena del Po a giorni (4)

Piena del Po a giorni (1)

"Fra qualche giorno, il 14 novembre, ricorrerà il settantennale dell’alluvione che il 14 di novembre 1951 investì il Polesine. Quella sera il Po inopinatamente decise di salvare i ferraresi e annegare i polesani", lo ricorda la nota stampa del Partito Socialista di Rovigo.

"Dopo giorni e giorni di una piena che non riusciva a defluire in mare, l’argine imbevuto d’acqua come spugna ruppe a Paviole di Canaro. E se non avesse rotto la piena era tanto alta che avrebbe tracimato. Ora apprendiamo dalla stampa che, nel silenzio generale dei polesani, ed in particolare dei loro rappresentanti (una senatrice, un assessore regionale, due consigliere, un Presidente di Provincia ed un Sindaco di Città Capoluogo) viene approvato dal Ministero della Transizione Ambientale (quello delle trivelle per intenderci) un piano per rimodellare il tratto polesano del fiume Po, da Castelmassa a Occhiobello, per permettere l’attivazione, guarda caso, della idrovia ferrarese in modo che le bettoline di V classe possano transitare dal Porto di Ravenna a Cremona e oltre".

"Dell’idrovia polesana Fissero-Tartaro-Canalbianco non se ne parla e, ancora una volta, l’alleanza lombardoemiliana prevale sulla Serenissima. In quale conto viene tenuta la sicurezza idraulica del Polesine? Rallentando le piene ed alzandone il livello gli argini non resteranno più tempo a mollo mettendone in pericolo la tenuta? Un precedente progetto, sempre dell’Aipo, agenzia dove il Veneto è rappresentato da un bellunese e non da un polesano, prevedeva, per risolvere il problema della navigabilità, delle paratie mobili, e, quindi, la possibilità di alzarle alla bisogna".

"Cosa diversa sono le paratie o i pennelli fissi nell’alveo previste dal nuovo progetto che una volta realizzati non si potranno più smuovere. Nessun modello matematico, pur non essendo noi degli ingegneri idraulici, può garantire quale sarà la risposta del fiume nel lungo periodo a questi interventi così strutturali. Sarebbe opportuno, vista l’importanza e la delicatezza di questa iniziativa, che l’autorevole Ordine degli Ingegneri della nostra provincia, la prendesse in esame e ne discutesse in un pubblico convegno".

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