Celebrazione del 25 aprile a Badia Polesine, dove è stata ricordata la famiglia Rossi con gli alunni della Ghirardini.
BADIA POLESINE - Settant’anni di Liberazione tra memoria e patriottismo: così Badia Polesine ha festeggiato la storia italiana e un pezzo anche di storia badiese.
Nel municipio ieri mattina si è svolta infatti la commemorazione in onore della famiglia Rossi, in particolare di Teobaldo, Giovanni e Ugo Rossi, che persero la vita il 24 aprile del ’45, per mano delle Ss.
Il sindaco Gastone Fantato ha aperto la cerimonia con un invito a non dimenticare i fatti terribili avvenuti nel passato e ha lasciato che fossero poi i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Gherardo Ghirardini a dare il loro contributo per la memoria. Gli studenti, aiutati dagli insegnanti, hanno portato diverse letture sul tema della Liberazione e realizzato una riflessione che ha coinvolto anche il numeroso pubblico presente, composto tra gli altri anche dalle associazioni combattentistiche e d’arma.
La cerimonia è stata anche l’occasione per consegnare alla scuola media una borsa di studio del valore di mille euro, ogni anno divulgata da parte del comune e della famiglia Rossi, per aiutare l’istruzione pubblica. Tutta la sala consigliare si è alzata in piedi per cantare ad una sola voce l’Inno di Mameli.
La commemorazione si è quindi spostata in piazza Vittorio Emanuele II, sotto la stele della Torre civica, per la la resa degli onori ufficiali alle bandiere e ai caduti in guerra. Infine un’ultima tappa in Abbazia della Vangadizza, dove è stata inaugurata la mostra dell’Isers. I ragazzi delle medie hanno così potuto osservare il percorso fotografico riguardante la seconda Guerra mondiale.
“Gli italiani hanno saputo riscattarsi”, ha commentato l’organizzatore della mostra, Livio Zerbinati. “La libertà è come la salute – ha detto il sindaco agli studenti – Si capisce quanto sia importante quando non la si ha più”.
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