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Razzie nei santuari, c'è una pista per scoprire i colpevoli

Indagini in corso

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Lendinara non è un caso isolato: altri due santuari del Veneto sono stati saccheggiati nei giorni scorsi. I carabinieri sono sulle tracce della banda di ladri specializzata nel furto di oggetti sacri.
C’è una pista per scoprire l’identità dei ladri che il 13 dicembre hanno saccheggiato il santuario di Lendinara. Secondo gli inquirenti, infatti, il furto ai danni della Madonna del Pilastrello non sarebbe un caso isolato ma una delle tappe della razzia che negli ultimi quindici giorni si è abbattuta su alcuni luoghi di culto del Veneto.



Nel mirino dei ladri è finita tra il 2 e il 3 dicembre anche la chiesa della Madonna dei miracoli di Motta di Livenza, in provincia di Treviso. E la dinamica del furto ricalca l’episodio di Lendinara: anche qui, infatti i malviventi hanno cercato di infrangere la teca che protegge la statua della Vergine nel tentativo di sotrarre i preziosi ex voto.



Ma la vetrata ha resistito ai colpi, così i ladri hanno dovuto accontentarsi soltanto di qualche monetina racchiusa nella cassetta delle offerte e di alcuni oggetti d’oro. Non si è sottratta ai furti nemmeno la Madonnina del Mare, conservata nel duomo di Santo Stefano a Caorle, dove i saccheggiatori si sono introdotti nella notte tra il 14 e il 15 dicembre.



Un filo rosso, insomma, unirebbe tutti questi furti, su cui i carabinieri stanno indagando per smascherare gli autori delle azioni sacrileghe che hanno scosso religiosi e fedeli.


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