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In tavola ci sono gli ossi: il Polesine fra tradizione e futuro

Coldiretti

Tradizionale appuntamento di Coldiretti Rovigo all'agriturismo Le Clementine di Badia Polesine. Una serata di gastronomia dal sapore antico ma anche di confronti sul futuro di questa terra.
E' stata come sempre una grande serata, all'insegna della storia gastronomica del Polesine, delle tradizioni più vere e antiche di questa terra. Ma è stata anche un'occasione per fare il punto sull'economia e sull'agricoltura; per assumere impegni e guardare in faccia la realtà di un settore che, fra alti e bassi, continua ad essere trainante.



La "Zena dei ossi", organizzata da Coldiretti all'agriturismo "Le clementine" di Badia Polesine, è da sempre questo. E anche di più.



E' un tuffo nel passato della gastronomia e uno sguardo avanti nel futuro.



E lo ha spiegato bene nel corso della serata il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, padrone di casa della 24esima edizione dell'incontro, affiancato dal direttore, Silvio Parizzi.



Poi gli ospiti, come sempre numerosi: i parlamentari uscenti Diego Crivellari e Bartolomeo Amidei, l'assessore regionale Cristiano Corazzari, il consigliere regionale Graziano Azzalin, il sindaco e il vicesindaco di Badia Polesine, Giovanni Rossi e Antonietta Giacometti. E poi le autorità civili. E i rappresentanti del mondo economico.



Insomma: una festa in cui la vera protagonista è stata ancora una volta l'arte gastronomica della signora Luciana, un "monumento" della cucina polesana, riconosciuta anche da Tripadvisor come "numero uno" fra gli agriturismi.



E allora vai di "pinza onta" e maltagliati in attesa dei "ossi bolliti e zampetti", un piatto povero ma ricco di storia e di tradizione. "Sono contenta che anche quest'anno ce l'ho fatta", ha salutato Luciana affiancata da Beppe, che dell'agriturismo è l'anima (cucina esclusa).



Il tutto inframmezzato da un confronto sul futuro del Polesine e in primo luogo dell'agricoltura. "Un Polesine al quale servono stimoli per ripartire, per non perdere pezzi. Perché questa terra non è seconda a nessuno. Nel corso della storia ha saputo costruirsi e farsi da sola. O ora deve ripartire", come ha concluso Mauro Giuriolo.
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