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Rapina di Masi, c’è una condanna

Tribunale

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Rapina di Masi, c’è una condanna. Quattro anni e otto mesi per uno dei marocchini responsabili della grave azione criminale ai danni di due ultraottantenni.
Rapina a due anziani ultraottantenni nella loro casa di Masi, avvenuta a febbraio dello scorso anno: uno dei tre marocchini ritenuti i responsabili è stato condannato oggi.



L’uomo, dopo il giudizio abbreviato nel corso dell’udienza preliminare, è stato condannato a quattro anni e otto mesi. Per gli altri due invece, si dovrà attendere il 15 maggio: il giudice per le udienze preliminari, infatti, ha dichiarato la sua incompatibilità e non ha accolto la richiesta di patteggiamento proposto dalle difese.



Erano stati i carabinieri della compagnia di Este, comandata dal capitano Giovanni Truglio, ad identificare e arrestare gli autori di quell’efferata rapina, i tre marocchini, finiti in manette per rapina in concorso.



I tre, il 9 febbraio del 2017, erano penetrati nell’abitazione di due anziani ultraottantenni a Masi, comune vicino a Badia Polesine. Ex impresario lui e da sempre casalinga lei, la coppia intorno alle 20 si era vista piombare in casa tre uomini con il volto coperto da sciarpe. Marito e moglie si trovavano in cucina e stavano per terminare la cena. Un membro della banda aveva provveduto a immobilizzare i due ultraottantenni utilizzando del nastro da pacchi trasparente.



Seduti in cucina, ai due erano stati legati i polsi. Per oltre un’ora i tre avevano messo a soqquadro l’appartamento. Un mobile era stato fatto volare a terra e cassetti e mobilia erano stati passati al setaccio con foga. Alla fine i rapinatori erano riusciti a mettere le mani su 200 euro in contanti e alcuni gioielli.



Fatale per i ladri è stata una segnalazione arrivata ai carabinieri di Castelbaldo: qualcuno ha individuato la targa parziale di una Ford Mondeo, pizzicata a transitare lungo via Masi nei giorni antecedenti alla rapina. Alcune immagini di videosorveglianza avevano confermato i numerosi passaggi della vettura, risultata intestata a una donna, la compagna di uno dei tre. L’attività tecnica dei militari atestini, coordinati dalla Procura di Rovigo, aveva quindi portato all’identificazione degli altri due complici.



Il servizio sulla Voce del 28 marzo
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