VOCE
Lendinara
23.04.2018 - 20:34
La suggestiva cornice settecentesca dell’aula magna di Ca’ Dolfin di Venezia è stata una vetrina internazionale per la Cittadella della cultura di Lendinara in occasione del convegno internazionale “Russia-Italia: il patrimonio culturale comune”.
L’evento è stato organizzato dal ministero della cultura della Federazione Russa d’intesa con l’Università Ca’ Foscari, in particolare con il Centro Studi sulle Arti della Russia, ed era inserito nel più ampio calendario del progetto “Russian Seasons 2018”.
Più di cinquanta i rappresentanti delle maggiori istituzioni culturali dei due paesi che hanno portato la loro testimonianza in merito ai numerosi punti di contatto che da secoli legano l’arte e la cultura russa ed italiana nel corso della giornata di studi.
A Ca’ Dolfin erano presenti molte autorità che hanno aperto la giornata, tra le quali il Rettore dell’ateneo veneziano, Michele Bugliesi, la vice Ministro della cultura della Russia Alia Manilova, il sottosegretario del Mibact, Dorina Bianchi, e l’ambasciatore russo in Italia Sergey Ravoz.
Anche Lendinara ha avuto l’occasione di ricordare l’importanza del proprio patrimonio culturale, grazie a Nicola Gasparetto, coordinatore della Cittadella della Cultura, accompagnato dall’assessore Francesca Zeggio. Gasparetto da mesi ha avviato un dialogo con l’Università Ca’ Foscari e l’Accademia di Belle Arti di Venezia a proposito di un progetto di ricerca e valorizzazione della figura di Giuseppe Marchiori nella Venezia del secondo dopoguerra.
Per questo in occasione del convegno è stato invitato a tenere una relazione sulla dimensione internazionale degli scambi epistolari condotti dal critico d’arte nel corso della sua lunga attività, che ha abbracciato quasi interamente il Novecento.
Nella sua relazione si è soffermato in particolare sul legame di Marchiori con gli artisti dell’Europa orientale e di area slava, presenti nei carteggi custoditi nel suo archivio lendinarese.
L’occasione si è rivelata utile per avviare confronti con rappresentanti di istituti museali e di ricerca, che si sono dimostrati sorpresi dagli ampi orizzonti in cui si muove il fondo Giuseppe Marchiori, un patrimonio documentario sempre più riconosciuto come una fonte di considerevole ricchezza per gli studi sull’arte contemporanea italiana ed europea.
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