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Le fake news tra guerre e manipolazioni

Dalla guerra in Siria al Russiagate, casi controversi analizzati da Vivaldelli

Le fake news tra guerre e manipolazioni

Dalla guerra in Siria al Russiagate, casi controversi analizzati da Vivaldelli

La libreria Antica Rampa di Badia ha ospitato la presentazione del libro "Fake News. Manipolazione e propaganda mediatica, dalla guerra in Siria al Russiagate" del giornalista Roberto Vivaldelli, collaboratore de “L’Adige”, “Il Giornale”, “Gli occhi della guerra” (primo sito italiano di finanziamento collettivo per imprese giornalistiche). L’uso delle immagini e delle notizie come tecnica di guerra, ha detto Vivaldelli, sono divenute uno spettacolo per impietosire il pubblico fornendogli una versione dei fatti emotiva e non sempre reale.

Questo show mediatico ha supportato tutte le "guerre umanitarie" dell’ultimo ventennio, ogni volta ci sia stato un alleato scomodo da eliminare o qualche intralcio alle egemonie geopolitiche e finanziarie. È successo nel 2003 nell’invasione dell'Iraq, nel 2011 con la Libia di Gheddafi toccando l’apice nel sanguinoso conflitto siriano.

Qui, lo scenario che si è delineato con il presunto utilizzo del cloro da parte del regime è terribilmente simile alla “pistola fumante” agitata da Colin Powell sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, per giustificare l’intervento militare americano.

Nel mulinello delle immagini profuse dalle tv arabe appartenenti alle monarchie del Golfo, sponsor dei ribelli siriani, pochi si sono chiesti chi ci sia realmente dietro l’osservatorio sui diritti umani o i cosiddetti berretti bianchi con sede a Coventry.

Quasi nessuno ha notato che gli improbabili soccorritori delle supposte vittime del gas nervino di Assad operavano privi di protezioni, circostanza che in pochissimi minuti li avrebbe fatti morire, poiché quell’agente chimico viene assorbito anche attraverso la pelle.

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