VOCE
Badia Polesine
08.03.2019 - 10:22
Claudio Vallarini e Corrado Carone si appellano affinché non vengano abbattuti i tigli di via Diodato a Badia Polesine.
In una nota rivolta a Fabrizio Magani, sovrintendente ai beni culturali, Marco Lucat, curatore del Pat cittadino, ed Alessandro Leopardi, presidente del consiglio comunale, i due ambientalisti chiedono di procedere solo in seguito ad un urgente intervento di competenza.
“Quegli alberi appartenevano al ‘Campo Sperimentale 13’ dell'Istituto nazionale di cerealicoltura fondato da Nazzareno Strampelli e Cirillo Maliani - scrivono Vallarini e Carone - è inutile ricordare che in questa città si preferisce più spesso tagliare le piante che curarle. Soldi per curare le piante che si ammalano ce ne sono sempre pochi, ma ci chiediamo per quale motivo verrebbero tagliati i tigli di via Diodato Massimo e si lasciano invece in loco i pericolosissimi alberi che, a ridosso del ponte sull'Adige, impediscono la visibilità a chi vuole attraversare le strisce pedonali? Valga come esempio il taglio dei 5 tigli in viale della Stazione, l'ultimo dei quali, sanissimo e di 60 anni fa. Quel tiglio venne tagliato per realizzare una pensilina per biciclette ‘ecologiche’, che ospita solo alcune bici di studenti”.
"Ci impegniamo a piantare alberi ovunque per fronteggiare la desertificazione del paesaggio - continuano i due - e non riusciamo a comprendere quelli che, abbattono gli alberi della nostra comunità... quantomeno non prima di aver provato a curarli e a salvarli. Questo viale sarebbe l'unico integrale da quando fu piantato. Qualora le autorità competenti, decidessero di autorizzarne l'abbattimento, chiediamo che al posto delle piante tagliate ne vengano collocate altre della stessa specie e di almeno 10 anni di età”.
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