VOCE
LA STORIA
06.01.2021 - 17:45
Dal Primo Levi al Cern: un cammino entusiasmante per Matteo Quaglio, ex studente dell'Itis badiese. Ha frequentato l’indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica dell'istituto Primo Levi dal 2012 al 2017, dopo la maturità ha iniziato gli studi universitari a Padova scegliendo Ingegneria dell'energia, che sta completando. Dopo il primo anno di università ha avuto l'opportunità di essere scelto per un programma di formazione per giovani tecnici al Cern di Ginevra.
L’opportunità è stata colta al volo, con tanto di trasferimento in Svizzera a settembre 2018 e la temporanea sospensione degli studi universitari. "E’ iniziata così una esperienza magnifica per la mia vita lavorativa e personale", ammette Matteo.
Per essere scelti bisogna compilare un form sul sito ufficiale del Cern inviando curriculum e presentando dei progetti svolti a scuola o individualmente nell'ambito dell'elettronica e dell'elettrotecnica. "Con il consiglio del professor Andrea Ghirelli, che ringrazio - prosegue Quaglio - ho seguito tutte le procedure e, dopo aver passato la preselezione e un colloquio, mi hanno proposto un contratto di formazione di un anno".
Durante l’esperienza si è occupato dell’assemblaggio, il test e l'installazione nell'acceleratore di componenti in alta tensione per circuiti di controllo di magneti superconduttori previsti nell'ambito del progetto di aumento potenza e manutenzione dell'acceleratore di particelle “Large hadron collider”.
"La mia formazione scolastica - sostiene Matteo - è stata fondamentale in quanto mi ha dato una base solida su cui costruire competenze notevoli nell'ambito tecnico. Nella mia esperienza lavorativa a Ginevra, gli strumenti acquisiti a scuola mi sono stati inizialmente di aiuto per capire i funzionamenti delle macchine elettriche con cui lavoravo, rendendo facile un'implementazione delle conoscenze".
Matteo Quaglio ora è tornato nella scuola che ha frequentato come assistente tecnico, ma conserva dell’esperienza ginevrina un ricordo indelebile.
“Un ambiente internazionale come il Cern cambia la vita a tutti coloro che ne fanno parte – è la conclusione - il costante confronto con altre culture e le incredibili eccellenze tecnologiche mi hanno aiutato in un percorso di crescita personale, ampliando il mio modo di pensare”.
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