VOCE
LENDINARA
29.04.2022 - 09:09
Per ora il progetto di un centro di aggregazione dovrà attendere
Niente cambio di destinazione d’uso per l’immobile che si trova in via Marchefave
Niente cambio di destinazione d’uso a centro culturale islamico per l’immobile di via Marchefave. A dirlo è il geometra Maragno dall’ufficio tecnico del Comune di Lendinara in risposta alla richiesta del consigliere Fabrizio Pavan di poter accedere al parere tecnico per la modifica: “A tutt’oggi non risulta presentata alcuna pratica edilizia riferita al cambio di destinazione d’uso riferita all’immobile citato”.
Lo scorso anno, infatti, la comunità musulmana presente in città ha acquistato un immobile in via Marchefave, che era stato la sede di una nota impresa che produceva uova di cioccolato e altri dolci artigianali, auspicandone il cambio di destinazione d’uso non in moschea, ma in centro culturale islamico. Per il cambio era stata presentata una richiesta, come avevano confermato il sindaco, oltre a Loris Tietto e Davide Bernardinello, capigruppo di maggioranza.
La richiesta era poi passata al vaglio degli uffici e sarebbe stata eventualmente trasmessa in consiglio comunale per un parere politico. Della questione già si era parlato in tempi passati anche in consiglio, con una mozione presentata sempre da Pavan, sulle intenzioni dell’amministrazione in merito alla possibile autorizzazione per l’apertura di un luogo di culto per i residenti di religione musulmana. “Questa amministrazione si è già espressa sulla questione, quando abbiamo votato la sistemazione del regolamento urbanistico ed è stata bloccata questa possibilità”, aveva precisato allora il sindaco Luigi Viaro.
Il consiglio comunale si era infatti espresso già in precedenza in merito al Piano degli interventi, “che ha previsto che nelle zone residenziali e produttive è vietato fare centri di aggregazione religiosa”. Come aveva precisato Bernardinello, l’immobile acquistato è inglobato, secondo il Piano degli interventi vigente, all'interno della zona produttiva di Lendinara, destinata per sua natura ad insediamenti industriali e artigianali.
"Qualsiasi struttura aggregativa/associativa di natura religiosa o similare è in contrasto con gli obiettivi e gli usi previsti per la zona industriale. Nelle Zto “D1”, come quella in discussione, sono ammesse esclusivamente le attività industriali, artigianali, direzionali, pubblici esercizi per superfici complessive non superiori a 200 metri quadrati, attività commerciali all'ingrosso, attività commerciali al dettaglio limitatamente agli esercizi di vicinato e alle medie strutture di vendita.
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