VOCE
Badia Polesine
22.05.2022 - 09:37
Serata emozionante nella palestra della Asd Jujitsu Badia Polesine per l’esame di Giovanni Spedo che ha permesso all’atleta classe 1996 il conseguimento della cintura nera. Acrobazie, tecniche e sudore sono gli ingredienti che hanno permesso a Giovanni, ragazzo che convive con la sindrome di Down, di conseguire la prestigiosa cintura. Il badiese, che da vari anni si dedica a questa disciplina, partecipa a gare interregionali di ju jitsu nelle specialità del settore, del Fighting System, del Ne Waza ed ora, con questa promozione, ha acquisito uno stimolo in più per continuare brillantemente in questa attività sportiva. Presente all’esame un foltissimo gruppo di amici, sostenitori e familiari tra i quali i genitori Pierantonio Spedo e Mara Terazzan, i nonni Alberto Terazzan, Mirella Gherardini, Tiberio Spedo e Luciana Beggiato. Proprio ai nonni Giovanni ha dedicato il discorso di ringraziamento finale.
“Il primo incontro con Giovanni - ha raccontato Roberto Cappello, presidente della della Asd Jujitsu Badia Polesine - è avvenuto una sera d’estate in occasione di una dimostrazione in piazza. Ad un certo punto vedo questo bimbo, che all’epoca aveva 9 anni, fare delle capriole sul tatami. Fu un colpo di fulmine sia per lui che per me. Pochi mesi dopo si è iscritto ed ha continuato fino al 2012. E’ seguito uno stop di qualche anno dovuto agli studi per poi riprendere nel 2017 con rinnovata energia e motivazione. I risultati sono meravigliosi ed oggi la cintura nera rappresenta il coronamento di un percorso fatto di impegno, coraggio e dedizione”.
La Csr Ju Jitsu Badia si conferma così un riferimento per le arti marziali a livello locale. La nera di Spedo, tuttavia, è solo uno dei tanti traguardi raggiunti nell’ultimo anno, periodo in cui l’associazione festeggia il trentesimo compleanno. “I risultati di Spedo - ha commentato il sindaco di Badia Giovanni Rossi - sono motivo di vanto per Badia e l’intera provincia. Il coraggio non è una virtù molto diffusa. Giovanni invece ne è un emblema e tutti dovremmo imparare da lui”.
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