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I centri di Bagnoli e Cona potrebbero essere chiusi

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Entrata del centro di Cona.jpg

L'entrata del centro di accoglienza di Cona

Il deputato Pd Naccarato: “La priorità è chiudere Bagnoli e Cona”. Minori sbarchi e più accoglienza diffusa: ecco la formula per gestire il fenomeno. E la fine dei centri di accoglienza non è più un miraggio.
La priorità è chiudere Bagnoli e Cona. E le cose stanno andando in quella direzione”. Così il deputato del Pd Alessandro Naccarato, il più vicino (politicamente parlando) al ministro dell’Interno Marco Minniti. Un’affermazione che si collega al mix di due elementi: minori sbarchi e maggiore accoglienza diffusa, il che significherebbe uguale svuotamento degli hub di Cona e Bagnoli.



Questa è la nuova formula della gestione dell’immigrazione, che pare produrre i primi risultati. Tanto da far pensare che, se il trend dovesse restare questo, la chiusura dei grandi centri di accoglienza, Cona compreso, non è più un miraggio. Accoglienza diffusa significa distribuzione in piccoli gruppi, spalmati nei diversi comuni, piuttosto che grandi numeri di richiedenti asilo all’interno di centri di accoglienza, come appunto Cona.


Sul punto è più cauto ovviamente il prefetto di Padova Renato Franceschelli: “Incrociamo le dita che duri così - commenta - Abbiamo avuto un periodo di calo degli sbarchi che ci ha consentito di continuare a cercare sul territorio soluzioni diverse e in questo modo alleggeriamo Bagnoli”. Identico ragionamento vale per Cona.


Per quanto riguarda i numeri, il ministero dell’Interno fornisce gli ultimi dati aggiornati al 4 settembre scorso. Gli immigrati sbarcati in Italia nel 2017 sono 99.846 contro i 121.385 dello stesso periodo dello scorso anno. Vale a dire un calo del 17,74%. Ciò che balza all’occhio, però, è il dimezzamento degli sbarchi in luglio e il quasi stop (meno 80%) in agosto. Nell’ambito delle regioni italiane il Veneto accoglie il 7% quando la sua quota sarebbe del 9%. Le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono nigeriana per 16.671, della Guinea per 8.904 e del Bangladesh per 8.747.



Il servizio sulla Voce del 7 settembre.
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