Pierfrancesco Munari con il governatore del Veneto Luca Zaia
Pierfrancesco Munari, capogruppo della Lega Nord, invita al voto del 22 ottobre.
Sarà il vicepresidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, a spiegare questa sera a Villa Momi’s perché il 22 ottobre prossimo i cittadini dovrebbero andare a votare “sì” al Referendum sull’autonomia del Veneto. E lo farà all’incontro organizzato dalla Lega Nord di Cavarzere, ospite del capogruppo della Lega Nord Pierfrancesco Munari e della collega consigliere Roberta Fava. Insieme a Forcolin, l’eurodeputata Mara Bizzotto, il segretario provinciale Sergio Vallotto, i consiglieri regionali Gabriele Michieletto e Alberto Semenzato. Il capogruppo del Carroccio comunale, Munari, anticipa quali siano i cardini che sostengono il Referendum di domenica 22 ottobre.
Perché secondo lei si dovrebbe andare a votare domenica 22 ottobre? “Sicuramente perché è un primo grande passo del Popolo Veneto per far capire le proprie volontà in ordine all’autonomia tanto celebrata in questi ultimi anni. Anni in cui abbiamo visto l’opposizione da parte del Governo centrale di Roma, il quale ha cercato di impedire in tutti i modi il referendum, nonostante abbia avuto l’avvallo della Corte Costituzionale. Il fatto che si tratti di un referendum consultivo è del tutto ininfluente, visto che si tratterà del vero grimaldello per noi veneti col quale far aprire le porte dell’autonomia a Roma, per far capire al Governo centrale quanto siamo stanchi”.
Con una larga partecipazione di cittadini che voteranno “sì” secondo lei la Regione Veneto cosa potrà ottenere? “Avrà un potere contrattuale, se mi passate il termine, più forte con il Governo centrale, il quale non potrà più nascondersi davanti all’evidenza dei fatti. E’ innegabile come le regioni a statuto speciale abbiano trattenuto maggiori competenze, e di conseguenza abbiano la possibilità di utilizzare direttamente quei tributi che, nelle regioni a statuto ordinario, vanno allo Stato. Per fare capire anche ai meno addetti ai lavori come sia la situazione, la Provincia autonoma di Bolzano trattiene il 50% della spesa pubblica e la ripartisce tra gli enti locali, mentre in Veneto rimane il 23%, il restante 76% è imputato allo stato: esattamente il doppio”.
Parlando di spese, non le sembrano troppi 14 milioni di euro per un Referendum consultivo? “Se si vanno ad analizzare i costi della gestione ordinaria di una regione come il Veneto, 14 milioni di euro non sono una spesa esosa come vorrebbero far credere i detrattori, tanto per capirci ci costerà un paio di caffè o poco più a testa. E ritengo che la volontà del Popolo Veneto di autodeterminarsi sia ben compresa nel costo di due caffè”.
Quindi domenica 22 ottobre cosa dovranno fare i cavarzerani? “Dalle 7 alle 23 dovranno recarsi al seggio indicato nella propria tessera elettorale, e barrare con una croce il “sì” al quesito ‘Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?’. Sono certo che la nostra città risponderà in modo massiccio a questo Referendum”.
Il servizio con l'intervista completa sulla Voce del 28 settembre
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