VOCE
Consiglio comunale
27.06.2018 - 21:57
Il confronto sulla fusione di Cavarzere col comune di Cona, rappresentato da due diversi ordini del giorno presentati da maggioranza e opposizione, naufraga miseramente al termine di un consiglio che si chiude per mancanza del numero legale. I cinque consiglieri di minoranza presenti, Roberta Fava della Lega Nord, Pier Luigi Parisotto e Maurizio Braga della civica Tricolore ed Emanuele Pasquali dell’altra civica, si sono alzati dai rispettivi banchi quando la maggioranza ha votato contro al loro ordine del giorno sulla fusione, senza volere peraltro che ne fosse redatto uno unico da condividere. Erano assenti dall'aula quattro consiglieri di maggioranza (Elisa Fabian, Francesco Viola, Lisa Armarolli e Heidi Crocco) per questo motivo il numero legale era garantito dall’opposizione.
“Dopo una conferenza organizzata da tutte le associazioni di categoria le quali avevano espresso il loro gradimento verso questa fusione - ha dichiarato Parisotto - dato il crollo demografico e di servizi del nostro territorio, pur sapendo che la scadenza per la presentazione della domanda era sabato prossimo, un anno prima della fine del mandato della giunta comunale di Cona, questa maggioranza si è ridotto all’ultimo momento”. E dopo la sospensione chiesta dallo stesso Parisotto per cercare un punto di incontro e votare un ordine del giorno condiviso, al diniego da parte dei capigruppo di maggioranza, il capogruppo di lista Tricolore ha aggiunto: “Il loro ordine del giorno non ha senso, è come il gioco dell’oca dove si torna sempre indietro. E’ chiaro che bocceranno la nostra proposta e voteranno la loro, dicendo di essere favorevoli alla cittadinanza, ma di fatto rimandando tutto a data da destinarsi”.
Indignata la consigliere della Lega Nord, Roberta Fava: “E’ stata vergognosa questa attesa di un consiglio comunale che ha dimostrato il totale disinteresse verso questa fusione, che prima o poi verrà imposta dallo Stato. Evidentemente anteponete i vostri interessi a quelli del popolo: tre anni di governo si vede che vi fanno gola”.
La replica della maggioranza è nelle parole di Chiara Tasso, capogruppo del Partito Democratico. “Penso sia irrispettoso che si usi un argomento così importante per il futuro della città, per veicolare le informazioni in modo scorretto. Il 30 giugno è una scadenza solo per il comune di Cona e non c’è alcuna sanzione se anche non viene fatta subito. E si può fare comunque con la giusta consapevolezza e i tempi adeguati. La parola è passata poi ancora alla minoranza. “Il Partito Democratico si arrocca per salvaguardare la propria posizione, perché sanno che i cittadini li manderebbero a casa - le parole di Pasquali - bisogna ripartire dai cittadini e dalla loro opinione”.
A chiudere il consiglio - prima della voto contrario di tutta la maggioranza alla proposta di fusione dell’opposizione - il sindaco Henri Tommasi. “E’ essenziale che vi sia un percorso, evidenziato in modo chiaro da enti regionali e nazionali - le sue parole - prima sono state citate le date, nel quale si è iniziato a discutere dell’argomento, ci è stato detto che noi non siamo mai stati sul pezzo, in verità non è assolutamente vero, perché una fusione non si fa in cinque sei mesi, non si fa sui giornali con ‘articoletti’ costruiti apposta per fare pubblicità ad una sola opinione”. “Ci siamo sempre espressi in maniera positiva per la fusione, ci tengo a dire che ho telefonato al vicepresidente della regione Veneto Gianluca Forcolin, chiedendo il parere sull’ordine del giorno di questo consiglio e lui mi ha dato parere positivo, mi ha confermato la tesi che servono anni per arrivare a questa fusione, che non serve fretta per accontentare per forza qualcuno, e bisogna collaborare tra i due comuni - conclude Tommasi - la mia perplessità è invece la disponibilità del comune di Cona. Sbraitare non serve a niente e fare tutto in pochi mesi è solo deleterio”.
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