VOCE
Profughi
23.07.2020 - 18:37
“Siamo contrari alla eventuale riapertura della ex base militare di Conetta: servono urgentemente strutture adeguate per il percorso di controllo sanitario e di quarantena per tutte le persone positive e per i migranti”. “Trasparenza e condivisione” sono le due parole chiave espresse dal circolo di Sinistra italiana di Cavarzere e Cona, che si esprime rispetto alla situazione che si è venuta a creare lo scorso venerdì, con il trasferimento di immigrati positivi al Covid 19 nel territorio cavarzerano: “In merito a quanto accaduto nella nostra area territoriale (richiedenti asilo, coronavirus, quarantena, ex base di Conetta) ribadiamo, con forza, che le scelte di carattere sociale e sanitario, che coinvolgono i territori, vanno partecipate e condivise con le singole comunità”.
E ancora: “La vicenda che ha coinvolto la città di Cavarzere è esemplare per quanto riguarda la superficialità della procedura, la inadeguatezza delle scelte operate dalla prefettura e l’esclusione della comunità cavarzerana da tali scelte. Bene ha fatto l’amministrazione comunale a rivendicare il ruolo di democrazia e partecipazione, a chiedere soluzioni adeguate - spiega il circolo di Sinistra italiana - la collocazione in strutture di tutela sanitaria di un limitato numero di positivi asintomatici, per procedere alla quarantena, era operazione che poteva essere attuata senza creare disagio e conflitto. Era chiaro che un appartamento privato, in un edificio ubicato in pieno centro abitato, era palesemente inadeguato sia per la tutela sanitaria della comunità, sia per attuare un percorso di quarantena per i migranti”.
“Servono urgentemente strutture sanitarie adeguate per il percorso di controllo sanitario e di quarantena per tutte le persone positive e anche per i migranti - prosegue il circolo concludendo - Esprimiamo la nostra contrarietà alla eventuale riapertura della ex base militare di Conetta, ritenendo che gli abitanti della frazione conense abbiano già dato. Infine, per noi, sono chiare le responsabilità politiche di chi, in questi anni, ha lavorato per demolire le strutture di accoglienza e partecipazione, forme lavorative regolari, riconoscimento di cittadinanza e responsabilità, facendo dell’insicurezza progettata e costruita la base del consenso elettorale”.
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