VOCE
TRIBUNALE
15.11.2020 - 14:08
Confermata la condanna a 30 anni di carcere per Natalino Boscolo Zemello dai giudici della Corte d’Assise d’appello per l’omicidio della moglie, Maila Beccarello, massacrata con pugni, calci e bastonate. Si è conclusa così l’udienza nell’aula bunker di Metre per il 37enne di Chioggia, dopo un paio d’ore di camera di consiglio, il quale sconterà la pena nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia.
Confermata, quindi, la sentenza di primo grado per omicidio, nonostante l’avvocato difensore del 37enne chioggiotto, Andrea Zambon, avesse chiesto una nuova perizia psichiatrica, dopo aver contestato quella precedente che sanciva la capacità di intendere e volere dell’omicida. E nonostante la consulenza di parte parlasse di problemi psichiatrici e di dipendenza dalla droga, oltre a diversi tentativi di suicidio riscontrati negli anni.
Era stato il giudice per le udienze preliminari Andrea Battistuzzi a comminare l’ergastolo, ridotto a 30 anni grazie allo sconto di pena previsto da rito abbreviato, a Boscolo Zemello.
Prima dell’udienza Alice, sorella di Maila, e la zia Monica, hanno appeso cartelli al cancello d’ingresso dell’aula bunker per ricordare al 37enne di Chioggia il delitto del quale si è macchiato.
L’omicidio di Maila si era consumato la mattina dell’8 agosto 2018. Fu lo stesso Boscolo Zemello a chiamare il 118 dicendo di aver ammazzato la moglie. Gli investigatori dei Carabinieri, arrivati nell’abitazione di via Regina Margherita a Cavarzere, si trovarono davanti a una scena terribile, con sangue ovunque e il 37enne, all’epoca costretto ai domiciliari per una tentata estorsione, che aveva cercato di difendersi dicendo di essere sotto l’effetto della droga e di averla colpita solo con un paio di sberle che avevano fatto perdere l’equilibrio a Maila, scivolata nel bagno e deceduta non per i suoi colpi. Era stata l’autopsia, invece, a confermare come l’uomo massacrò la moglie. Una morte arrivata dopo anni di violenze che la giovane non aveva mai denunciato. Intanto l’avvocato Zambon ha comunicato che ricorrerà in Cassazione.
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