VOCE
CHIOGGIA
09.03.2021 - 10:11
Il momento del conferimento dell'onoreficenza
Il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro ricorda la memoria di Giulio Bergo Oro, internato militare italiano nei campi di concentramento nazisti, consegnando al nipote (in memoria dello zio) la “Medaglia d’Onore ai cittadini Italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945". La cerimonia, avvenuta ieri, 8 marzo, presso il municipio clodiense, ha rappresentato un momento significativo e forse atteso da tempo dalla famiglia Oro.
“Sono molto emozionato - le prime parole del nipote Rinaldo Oro - perché oggi finalmente si chiude un cerchio. Ricevo da parte dello Stato la più alta onorificenza alla memoria di mio zio: una Medaglia d’Onore al Valore Militare per Giulio Bergo Oro, internato militare italiano nei campi di concentramento nazisti. Giulio è stato uno dei circa 700mila giovani soldati che, all’indomani dell’8 settembre 1943, ha deciso di non consegnarsi ai tedeschi e di non arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana di Salò: Giulio Bergo Oro, sergente nocchiere della Regia Marina, nato a Catania il 17 maggio 1919, ha detto no!”.
“Con questo gesto - ricorda il nipote - ha in pratica firmato la propria condanna a morte. In pochi riuscirono infatti a fare ritorno a casa dai lager”. Lo zio Giulio è stato uno dei circa 700mila giovani soldati che, all’indomani dell’8 settembre 1943, ha deciso di non consegnarsi ai tedeschi e di non arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana di Salò: Giulio Bergo Oro, sergente nocchiere della Regia Marina, nato a Catania il 17 maggio 1919, ha detto no. Il ricordo dello zio “vive” ora in una cella nel mausoleo italiano di Bielany, vicino a Varsavia, dove riposa nella tomba numero 98.
La concessione della Medaglia d'Onore è disciplinata dalla Legge 27 dicembre 2006, numero 206 e può essere concessa ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti, durante l'ultimo conflitto mondiale e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra. L'istanza per ottenere il riconoscimento può essere presentata dalla persona che fu internata, se ancora in vita, o, in caso di premorienza, da un familiare. Necessario che siano chiaramente indicati il periodo ed il luogo dell'avvenuto internamento in un lager da parte delle truppe tedesche.
L. R.
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