VOCE
La scoperta
09.06.2022 - 12:25
Il fossile di un pesce di 48 milioni di anni fa scoperto tra i monti Lessini. E' l'eccezionale scoperta avvenuta a Vestenova, in provincia di Verona, in località Bolca. Si tratta del fossile in condizioni tali da consentire agli studiosi di poter ricostruire le caratteristiche e la dieta dell'antico pesce luna, molto simile all'attuale Mene maculata.
I monti Lessini da sempre sono il serbatoio dei depositi di fossili tra i più importanti dell'Italia, e in questi giorni gli esperti hanno ritrovato questo straordinario fossile, in perfette condizioni, in una zona che milioni di anni fa era il fondale di un oceano. Lo studio è stato realizzato da un team di ricercatori italo-irlandesi guidato dalla ricercatrice Valentina Rossi dell'University College Cork, e da Giorgio Carnevale del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Palaeontology”. Nella pubblicazione gli scienziati hanno individuato l’accumulo di fossili risalenti all’Eocene caratterizzati da uno straordinario stato di conservazione. “I fossili portati alla luce nel sito della Pesciara sono definiti eccezionali perché presentano, oltre ai resti scheletrici, anche le tracce di tessuti non-mineralizzati come la pelle, gli occhi, i muscoli e gli organi interni”, ha dichiarato Carnevale.
L’esemplare di Mene rhombea appartiene alla famiglia dei menidi, ovvero i pesci luna, caratterizzati da un corpo fortemente appiattito, che oggi è presente nella sola Mene maculata, un pesce che vive negli oceani Indiano e Pacifico. "Tre prominenti strie longitudinali scure, alternate ad altrettante più chiare, erano già evidenti ad occhio nudo sui resti della pelle – spiegano gli scienziati – e grazie all’uso di un microscopio gli esperti abbiamo scoperto anche le tracce dell’ultimo pasto e altro materiale organico”. Ulteriori ricerche morfologiche e chimiche hanno confermato la presenza di melanosomi nelle strie scure della pelle, nell’occhio e anche in alcune zone dell’addome. La scoperta consente di ricostruire le caratteristiche della pelle dell’antico animale, ma anche la sua dieta. Nello stomaco sono state scoperte, infatti, tracce di piccole ossa simili ad una sardina, il che significa che questi pesci luna avessero una dieta ”piscivora”, a differenza della specie moderna che invece si nutre di piccoli invertebrati e plancton. Le striature del Nel Mene rhombea indica come l’animale vivesse in mare aperto. “Forse gli antichi pesci luna non si spostavano in banchi come gli attuali - hanno concluso gli esperti - ma preferissero il nuoto in mare aperto, accostandosi alle coste esclusivamente per mangiare i piccoli pesci presenti in queste aree".
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