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LA CRISI DI GOVERNO

Un limbo che inchioda il Veneto

Dalle Olimpiadi alle grandi navi passando per i fondi del Pnrr: il fastidio del governatore Zaia

Un limbo che inchioda il Veneto

Dalle Olimpiadi alle grandi navi passando per i fondi del Pnrr: il fastidio del governatore Zaia

ROVIGO - Non solo Zls. Sono (almeno) otto i dossier delicati per il Veneto che rischiano - se non di saltare - di subire pesanti rallentamenti a causa della crisi di governo. Perché è vero che si voterà soltanto tra due mesi, ma è anche vero - come ha detto ieri l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato - che la politica e Roma in particolare hanno i loro tempi: elefantiaci. E allora, tra insediamento delle Camere, nomina del governo, giuramento dei ministri, e quindi passaggio di consegne, documenti da leggere, confronti con lo staff... rischiamo di andare direttamente all’anno prossimo. Un rischio che - tanto più in un momento storico come quello che stiamo vivendo - davvero non ci possiamo permettere.

In ballo, tanto per cominciare, la Zls per il Polesine e porto Marghera. Un provvedimento che era già pronto e che attendeva soltanto la firma di Draghi per poter partire. Ora, tutto rischi di stopparsi, anche se lo stesso Marcato ha annunciato che farà personalmente pressione perché si arrivi comunque al varo della zona logistica semplificata, senza attendere i tempi del nuovo esecutivo.

E poi c’è l’autonomia. Il dossier di tutti i dossier, la grande madre delle battaglie venete. Se ne parla ormai da (almeno) 1.737 giorni: tanto è passato da quel referendum, plebiscitario, promosso proprio da Luca Zaia per incalzare l’allora governo Gentiloni. Di governi, da allora, ne sono passati quattro: dopo Gentiloni è toccato a Conte, prima in salsa grillino-leghista, poi con Pd e M5s, e poi a Draghi. Tante dichiarazioni d’intenti, tante riunioni, moltissimi vertici: alla fine, nulla di concreto. Tutto rimandato al prossimo governo, il quinto. Il centrodestra veneto assicura che se la coalizione firmata da Lega, Fdi e Fi dovesse vincere le elezioni l’autonomia sarà tra le prime cose da fare, ma per citare di nuovo Marcato “io mi fido soltanto quando vedo le carte firmate”.

Non è finita: di particolare rilievo, per il Veneto, c’è anche la questione delle Olimpiadi invernali 2026. E ancora: l’autostrada Pedemontana, il rifinanziamento delle infrastrutture (a proposito: qualcuno si ricorda ancora della Nogara-mare o della Romea commerciale?), i ristori alla sanità, gli indennizzi alla laguna per la questione grandi navi, il progetto Venezia capitale mondiale della sostenibilità. E infine il grande piatto del Pnrr, con i progetti da presentare e approvare a tempo di record per non perdere i (cospicui) finanziamenti europei. Sono in tutto nove, dunque, i temi scottanti e che la crisi di governo lascia in sospeso.

Anche per questo, in questi giorni Luca Zaia ha preferito mantenere uno stretto silenzio e non commentare le vicende romane, se non per smentire la possibilità di essere il prossimo presidente del consiglio dei ministri: “Solo fantasie”, le parole del governatore del Veneto. Ma il suo fastidio per questo “limbo pericoloso” - parole sue - in cui ci siamo infilati è davvero palpabile.

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