VOCE
RIFIUTI
26.07.2022 - 19:35
Oltre 200 imprese consorziate in 12 mesi (erano appena 6 l’anno scorso); 330 organismi convenzionati per un totale di 3706 Comuni serviti (tra loro, il 67% dei capoluoghi di provincia), nei quali abitano oltre 36 milioni di cittadini italiani, pari al 61% della popolazione nazionale. Sono le cifre che riassumono le attività realizzate nell’ultimo anno da Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, ultimo nato all’interno del sistema Conai. Grazie ad esso, sono state riciclate all’interno della frazione umida 38.400 tonnellate di imballaggi, pari al 51,9% delle 74.000 tonnellate di manufatti in bioplastica compostabile immessi sul mercato nello stesso periodo. Numeri tanto più significativi se si considera che sono stati raggiunti in appena un anno di effettiva operatività del consorzio (la firma dell’accordo con Conai e Anci è del 20 ottobre 2021) e che la quota di imballaggi riciclati è già oggi superiori al target del 50% fissato per legge al 2025 e decisamente vicina al 55% stabilito per il 2030.
“I risultati ottenuti in così breve tempo dimostrano l’importanza della creazione di questo consorzio, il primo al mondo nel settore del riciclo degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile certificati Uni En 13432 quelli cioè che possono essere riciclati assieme alla raccolta della frazione organica dei rifiuti e trasformati in compost dopo trattamento industriale”, spiega Marco Versari, presidente di Biorepack. Un’eccellenza italiana dunque. Ma soprattutto un tassello fondamentale per chiudere il cerchio di una filiera che in Italia è in costante crescita: oltre un miliardo di euro di fatturato, con incremento annuo del 14% circa e quasi 2.900 addetti diretti.
Biorepack è infatti nato proprio per ottimizzare la gestione del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile: dalla promozione della loro etichettatura alla loro riconoscibilità, dal corretto conferimento da parte dei cittadini nella raccolta differenziata dell’umido domestico alla garanzia del raggiungimento degli obiettivi di riciclo attraverso il compostaggio, anche mediante campagne di comunicazione specifiche. Gli imballaggi di riferimento di Biorepack sono: sacchetti per il trasporto merci; sacchi per frutta e verdura o altri alimenti venduti sfusi (reparti del fresco); piatti, bicchieri e stoviglie; altri imballaggi alimentari: pellicole, vassoi, vaschette, retine; capsule per bevande e altri imballaggi Raggiungere gli obiettivi di raccolta ha una duplice valenza, ambientale ma anche economica.
Dal punto di vista ambientale, l’uso e il corretto smaltimento nell’organico delle bioplastiche permette di aumentare la qualità e la quantità del compost, fertilizzante naturale che contribuisce alla riduzione delle emissioni di Co2 e favorisce la ritenzione idrica dei terreni. Un alleato per centrare l’obiettivo che l’Unione europea si è dato di contrastare la perdita di sostanza organica nei terreni, che rilascia anidride carbonica nell’atmosfera, aumenta l’erosione e diminuisce le rese agricole dei suoli, esponendoli alla desertificazione. Ma il compost si pone anche come valida alternativa, a basso costo e per di più incardinata nei principi della bioeconomia circolare, rispetto ai fertilizzanti chimici di sintesi, il cui costo peraltro è stato spinto ai massimi storici dalla guerra in Ucraina e dal boom delle materie prime.
Le specifiche convenzioni che Biorepack sta siglando con le amministrazioni locali o con gli operatori da queste delegati sono essenziali per aumentare la quantità e la qualità della raccolta organica delle bioplastiche compostabili. Tali soggetti infatti si impegnano a far raccogliere, trasportare e avviare a riciclo i rifiuti d’imballaggio in bioplastica compostabile conferiti dai cittadini assieme alla frazione umida urbana. A fronte della quantità dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile che i singoli convenzionati avviano a effettivo trattamento (riciclo organico) nonché della qualità della frazione umida urbana, Biorepack riconosce corrispettivi economici a copertura dei costi di raccolta differenziata, trasporto, riciclo organico. Più è elevata la qualità dell’organico, maggiori sono i corrispettivi conferiti, che possono arrivare fino a circa 250 euro a tonnellata.
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