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ROVIGO

“Un progetto di legge per tutti”

La consigliera regionale Laura Cestari spiega le motivazioni del suo “disegno” sul turismo fluviale

Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Veneto, Laura Cestari, ha depositato un progetto di legge per la valorizzazione del turismo fluviale. Per cercare di capirne di più e comprendere soprattutto a chi è rivolto il progetto, ne abbiamo parlato con la stessa Cestari.

"Ho depositato il progetto presso il consiglio regionale pochi giorni fa ed è in attesa di essere magari sottoscritto anche da parte di altri colleghi. Si occupa di tutte quelle comunità rivierasche che ultimamente sono poco considerate - ci spiega in diretta la stessa Cestari - Io sono polesana e sicuramente il mio primo pensiero va al nostro Po, all'Adige e al Canal bianco ma va anche a tutto il nostro Polesine in generale. Questo è un progetto di legge che vale per tutti quei paesi e quelle città che si trovano su un fiume, con lo scopo di valorizzare il turismo, non soltanto inteso come le famose House boat o le barche anche da crociera - continua - non lo limiterei solo a quello. Io parlo di un turismo a tutto tondo".

"Parlo di iniziative a sostegno del turismo lento - riprende - e quindi la navigazione, ma anche a sostegno di tutto quello che avviene lungo le piste ciclabili che si trovano ad esempio sugli argini del Po, alle attività commerciali, ai ristoranti sull’acqua e a tutti quei circoli nautici, anche privati, che troviamo attraccati alle rive - inizia a descrivere più nel dettaglio - Inoltre, nel progetto si parla anche di sostenibilità perché sappiamo benissimo che il turismo lento, dalla bici alle barche, è assolutamente sostenibile e quindi tende in un qualche modo ad evitare le attività più inquinanti e si rivolge a tutti, pubblico e privato".

"Addirittura - spiega ancora Cestari - è un progetto di legge che pone su alcuni articoli degli interventi di manutenzione, dove ad esempio ci sono problemi di infrastrutture. Sappiamo che il problema degli attracchi è diffuso in molte zone del Veneto. Gli attracchi non sono esattamente agibili, nonostante la manutenzione sia nelle mani dei comuni, non sempre questi riescono a far fronte alle spese. Ecco che un intervento regionale con risorse regionali, potrebbe dare una mano anche in questo senso. E’ sicuramente giusto promuovere il turismo, ma dobbiamo avere anche un biglietto da visita per promuoverlo per cui, dove ci sono magari delle lacune anche da un punto di vista di infrastrutture, questo progetto di legge potrebbe facilmente intervenire".

Il consigliere ha poi cercato di analizzare quali potrebbero essere i segreti e le motivazioni che porterebbero ad un consolidamento del turismo fluviale. "La gente ha bisogno, soprattutto dopo questi quasi tre anni di clausura forzata, di rinascere, di ripartire e di poter uscire a respirare - racconta Cestari - E quindi credo che non ci sia niente di meglio di poter utilizzare anche le nostre zone per questo. Molte persone partono per mete lontanissime, quando in Veneto abbiamo tutto ma non ci vendiamo come dovremmo. Soprattutto noi polesani - continua - Ci portiamo dietro questo fado portoghese dell'alluvione, che è vero che abbiamo subito, ma dobbiamo anche renderci conto di quanto abbiamo e di quanto possiamo dare. Per poterlo fare dobbiamo venderci bene e dobbiamo avere le risorse per farlo. La gente ha bisogno di credere in un qualche modo in se stessa, ma credere anche nella forza di una comunità, di tutte quelle attività, di quelle associazioni e di quegli enti che si rimboccano le maniche e lavorano tutti i giorni per migliorarsi".

Laura Cestari, si è poi soffermata sul dato da poco pubblicato, che vede il Veneto come la prima destinazione turistica del paese. "Questo è frutto di un risultato - spiegail Veneto rappresenta un'eccellenza sotto diversissimi punti di vista e il turismo non è da meno. Può sorprendere il fatto che dopo la pandemia si ritorni ad essere in auge da un punto di vista di turismo, perché è vero, come dicevo poco fa, che la gente ha voglia di uscire e ha voglia di viaggiare, però non è scontato che dopo due anni di fermo si riesca a fare. Sia per le risorse sia perché magari le imprese hanno riaperto e hanno bisogno di lavorare a pieno ritmo. La realtà è che il Veneto funziona - conclude - ma non funziona per grazia divina, funziona perché c'è della gente che ci crede, che lavora. C'è una giunta con in primis l'assessore Caner, ma anche l'assessore Corazzari da un punto di vista di cultura, che ci stanno lavorando e ci credono fermamente. E noi con loro. Per cui io credo che questi siano veramente i frutti di un lavoro importante, svolto ogni giorno e che non si è fermato nemmeno durante il periodo della pandemia. Questo lo dobbiamo riconoscere".  

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