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il ritorno in classe

“La scuola è sempre una priorità"

Parla Roberto Natale, a capo dell'Ufficio scolastico : “L’istruzione è un bene fondamentale, da proteggere”

“La scuola è sempre una priorità

Roberto Natale, dirigente dell'ufficio scolastico di Padova e Rovigo

ROVIGO - Sarà una ripartenza serena e ben organizzata quella, di oggi, per i tanti studenti che, dopo due anni di pandemia e limitazioni, affronteranno un nuovo anno scolastico in presenza.

A spiegarlo il dirigente dell’ufficio scolastico Roberto Natale, che durante la pausa estiva ha lavorato insieme al mondo della scuola per garantire insegnanti, supplenti e classi. “Quest’anno saranno 24.455 gli studenti che torneranno in classe il 12 settembre - conferma -, di cui 2.073 bambini alla scuola d’infanzia, 7.853 alla primaria, 5.667 alla secondaria e 8.862 alle superiori”.

Un totale di 1.291 classi, un numero leggermente inferiore rispetto all’anno precedente. “Dovuto al calo demografico - specifica -, ma nonostante ciò abbiamo avuto dal ministero lo stesso numero di posti dello scorso anno. Ci è infatti stata concessa la possibilità di fare classi meno numerose, garantendo quindi il servizio scolastico anche in presenza di numeri minimo rispetto a quelli normalmente previsti”.

Nella provincia sono state 29 le classi in deroga ai parametri minimi, 12 alla scuola primaria, 9 alla secondaria e 8 agli istituti di secondo grado. Garantita, rispetto all’anno precedente, anche la presenza dei docenti. “La legge di bilancio permette di mantenere invariato il numero dei docenti - prosegue -. Con il calo demografico sarebbero previsti meno posti e meno supplenze. Invece, grazie a questa norma, manteniamo il presidio scolastico anche in quei territori dove i numeri sono molto ridotti”. Un problema che colpisce poco la provincia dove, conferma, si dovrebbe partire senza alcuna difficoltà. “Dovevamo affidare 714 supplenze e ne abbiamo conferite 695, ovvero il 97% - aggiunge -. Abbiamo restituito 19 posti, posti che non sono stati scelti da nessuno, probabilmente perché le ore previste erano poche. Sulle supplenze conferite le rinunce sono state 35, soprattutto legate alla distanza o a condizioni non agevoli per i docenti”.

Con un 2021 partito con carenze e incertezze, questo nuovo anno sembra garantire ai ragazzi un avvio regolare. “La scuola riparte e riparte bene - afferma -. L’anno scorso si era in effetti partiti con qualche cattedra vuota mentre quest’anno ci sono tutti, inclusi i docenti di sostegno fondamentali per quelle famiglie che ne hanno bisogno. Abbiamo fatto un lavoro importante durante l’estate, per riuscire a garantire un inizio lineare”.

Ad aleggiare sulla ripartenza lo spettro del Coronavirus, non del tutto svanito. “Ci sono raccomandazioni delle strutture sanitarie con vademecum su come agire - dice Natale -, ogni istituzione adeguerà le indicazioni alla realtà in cui opera. Ritengo sia ragionevole e che sia giusto che ci sia un documento di riferimento in caso di necessità”.

Per quanto riguarda le paventate ipotesi di riduzione di giorni e del riscaldamento, Natale spiega che al momento non vi sono indicazioni. “Sono ipotesi di cui si è parlato tanto, ma andrebbero inserite in un quadro in cui sia prevista una normativa emergenziale specifica, come quella adottata durante la pandemia - prosegue -. In quel caso chiaramente dovremo adottare le misure previste, ma credo che, se anche arrivassero indicazioni, la scuola verrà considerata tra le categorie protette. In ogni caso è necessario che si definisca il quadro nazionale, iniziative al di fuori di normative specifiche non sono da assecondare e certamente non si può cambiare organizzazione a poche ore dall’inizio della scuola. Gli istituti sanno che esiste la possibilità di articolare il proprio orario, se un consiglio ha deliberato un servizio scolastico su sei giorni, tale sarà. Ma un conto è la spesa e un conto la disponibilità dell’energia. Se il problema è relativo ai costi ragioneremo sulla razionalizzazione e sul risparmio energetico, e gli enti locali, nel caso, si rivolgeranno al governo per chiedere supporto. La scuola non va considerata un costo ma un bene fondamentale. Ovvio che non si devono sprecare risorse pubbliche ma la scuola deve essere la priorità”.

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