VOCE
anmil
09.10.2022 - 19:15
I dati forniti da Anmil sono drammatici, e risulta che Rovigo sia la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di mortalità pari a 43,1 infortuni mortali ogni milione di lavoratori, contro una media regionale di 20,7 e nazionale di 22). Seguono: Belluno (35), Verona (32,2), Vicenza (24,0), Venezia (23,0). Mentre a Padova e a Treviso che sono in zona bianca scendono rispettivamente a 10,4 e a 5,1. In Polesine nei primi 8 mesi del 2022 ci sono state 2012 infortuni sul lavoro, di cui sei mortali. Mentre in Veneto le morti sul lavoro sono state 65.
Di lavoro si muore e oggi è stata la 72esima Giornata dedicata alle vittime del lavoro. Un evento organizzato da Anmil ed anche a Rovigo dopo la messa le celebrazioni si sono tenute alla gran Guardia, dove è stata deposta una corona d’allora sotto alla lapide. Nella sala invece gli interventi improntati alla necessità di migliorare le misure di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Alla cerimonia oltre ai vertici Anmil hanno partecipato, anche molti parenti di vittime sul lavoro, inoltre la viceprefetto Rosa Correale, l’assessore ai servizi sociali Mirella Zambello, responsabili di associazioni e sindacati. Fra i relatori anche la senatrice di Fi Roberta Toffanin, che aveva detto: “Contro gli infortuni sul lavoro l’applicazione delle regole è fondamentale ma non basta. Servono prevenzione e un deciso cambio di rotta culturale. Lo dimostrano i numeri impietosi di una strage continua che dall'inizio dell'anno conta migliaia di infortuni e centinaia di morti. Una situazione drammatica che impone soluzioni immediate. Sono certa che il governo di centrodestra che nei prossimi anni guiderà il Paese inserirà la sicurezza sul lavoro tra le priorità. Significa innanzitutto vigilare sulla corretta applicazione delle norme di sicurezza, che devono essere rispettate con estremo rigore da datori di lavoro e dipendenti, e avviare un vero percorso di informazione e prevenzione”.
E ancora: “L'educazione alla sicurezza diventi materia di studio nella scuola dell'obbligo per formare una coscienza in tutti i giovani. Solo attraverso un vero cambiamento culturale potremo sperare di ridurre gli infortuni sul lavoro”.
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