VOCE
Casa di riposo
13.10.2022 - 21:23
Il commissario dell'Iras e il sindaco allo stesso tavolo durante l'intervento in aula
Prima, i numeri: è di mezzo milione di euro l’anno la perdita secca prodotta nel bilancio dell’Iras dalla gestione dei servizi a Casa Serena. E un altro mezzo milione di buco sarà creato dai maggiori costi dovuti al caro energia. Senza questa zavorra, i conti di Iras sarebbero in attivo, e l’istituto potrebbe ridiscutere il rientro dai debiti con le banche.
Quindi, le conseguenze: ai 16 sfratti già decisi dal commissario e congelati dal prefetto, seguiranno quelli degli anziani autosufficienti tra gli ulteriori 36 ospiti della struttura. Perché - come ha scandito il commissario Ezio Zanon, ieri in consiglio comunale - “delle due l’una: o decidiamo di salvare Casa Serena, o decidiamo di salvare l’Iras. Casa Serena va tagliata per migliorare la gestione dell’istituto: capisco il dispiacere, un po’ meno un’abitudine culturale che mi sembra un ‘archetipo psicoanalitico’ tutto rodigino”. Anche perché - ha detto ancora - “allo stato, quell’immobile vale non più di 2,5 milioni di euro, e se vale qualcosa è solo per gli investimenti fatti da Iras. Altrimenti, sarebbe solo un bussolotto che la città si dovrebbe accollare”.
Dall’altra parte, l’intervento del sindaco Edoardo Gaffeo nel corso della seduta monotematica dell’aula, ha fatto emergere una volta per tutte il muro contro muro tra le parti in causa. Gaffeo, infatti, ha sottolineato l’esistenza “di una concessione in essere” che regola i rapporti tra Comune e Iras per Casa Serena, il cui scioglimento - ha aggiunto - “si può fare soltanto garantendo un interesse pubblico superiore”.
E qui si apre un altro mondo: quello del futuro di quell’immobile. Sul quale il sindaco tira in ballo direttamente l’Ater, pur senza mai nominarla direttamente. Esiste - ha detto - “un soggetto che ha dichiarato di non aver interesse a partecipare” all’operazione di salvataggio di Casa Serena “perché non ne ha le condizioni di bilancio necessarie. Ma questo soggetto dipende da un soggetto terzo, presente nella conferenza dei servizi”, chiaro il riferimento (e la tirata d’orecchie) alla Regione perché faccia la propria parte per “garantire la sopravvivenza a un sistema che coinvolge 260 ospiti e 180 dipendenti”. Poi il Comune “tornerà in consiglio per votare una proposta che sia percorribile e non presenti problemi di natura giuscontabile, anche a tutela dei consiglieri”.
Su questo punto, però, Gaffeo ha dovuto fare i conti con il capogruppo leghista Michele Aretusini che ha incalzato: “Fate una richiesta alla Corte dei Conti per valutare se esistono i profili per l’annullamento della famosa convenzione”. E uscire così dall’impasse. Una richiesta lasciata cadere nel vuoto dal sindaco.
Ma su Gaffeo si è scatenato, se pur a livelli d’intensità diversi, una certa dose di fuoco amico. Persino da parte di Graziano Azzalin, che ha lamentato come troppo spesso il consiglio sia stato tenuto all’oscuro dei vari passaggi della trattativa; mentre il capogruppo dem Nello Chendi ha invitato il primo cittadino a “procedere con la nomina di un cda dell’Iras, dopo sei anni di commissariamento che non hanno risolto i problemi, e andare poi a parlare della questione direttamente a Luca Zaia”. Sempre dai banchi Pd, invece, Giorgia Businaro ha chiamato in causa la Regione chiedendo provocatoriamente “che fine hanno fatto l’assessore regionale preposto e quello che rappresenta il territorio”. Posizione espressa anche da Antonio Rossini, mentre dalla Lega Aretusini ha rintuzzato le accuse: “Se siamo in questa situazione lo dobbiamo al Comune”.
Per inciso, il 31 dicembre scadrà anche il contratto per la fornitura dei pasti agli ospiti. “Ma ci penserà il nuovo commissario - ha sottolineato Zanon - grazie a Dio, io da lunedì non sarò più commissario”. E anche questa sottolineatura, a suo modo, è più che indicativa.
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