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Crisi economica

Caro energia, anche il vescovo risparmia e cambia casa

Le parrocchie polesane al lavoro per risparmiare sulle bollette, "vestitevi pesante, è una questione etica"

Caro energia, anche il vescovo risparmia e cambia casa

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“Lo scandalo sarebbe entrare in chiesa, in questo periodo e trovarla a temperature da magliettina, come ahimè vediamo avviene ancora in alcune strutture”. Don Enrico Turcato, responsabile dell’Ufficio comunicazione della Diocesi di Adria e di Rovigo ne fa una questione etica e racconta come anche la diocesi di Adria e Rovigo si stia attrezzando contro il caro energia risparmiando sui consumi. A partire dal vescovo Pierantonio Pavanello, che per non sprecare luce e gas nei grandi spazi della Curia, ha da poco deciso di trasferirsi in un appartamento del centro di Rovigo, dove spende meno. “Si tratta di un appartamento non lussuoso, lo dico per non dare adito a chiacchiere non veritiere, mentre in Curia si prediligono situazioni di coworking dove possibile”, sottolinea don Turcato.

Nei giorni scorsi la Curia ha incontrato i parroci del territorio di Adria e Rovigo per fare il punto della situazione e per prendere le misure anti-crisi energetica, come è già avvenuto a Vicenza, a Verona e a Treviso, dove hanno addirittura stilato un vademecum: entrare in chiesa con vestiti pesanti, accorpare le messe, alcune delle direttive.

“Anche noi - spiega il responsabile della comunicazione - come tante famiglie dobbiamo fare i conti con il portafoglio e con la temperatura negli ambienti ecclesiastici e delle nostre comunità. Non è stato redatto un vademecum ma le linee sono simili per tutte le parrocchie del territorio. La situazione è diversa per le varie chiese, le strutture sono di epoche diverse”. Paradossalmente le chiese più nuove, costruite negli anni della speculazione edilizia senza limiti ovvero gli anni Sessanta e Settanta, sono meno efficienti dal punto di vista energetico. Le vecchie chiese, invece, tengono meglio il caldo. “Bisognerà fare delle scelte ponderate e pensate”. Per fare un piccolo esempio, nella chiesa della Commenda, lo spazio spesso dato in affitto per le feste e gli incontri privati, una grandissima sala, è al freddo. Chi la gestisce lo precisa “bisogna arrangiarsi”.

Ma non è l’unico esempio ovviamente: “La bella stagione finora ci ha graziati - continua don Turcato - Il consiglio di accorpare le celebrazioni c’è, sì, ma nelle chiese più popolate diventa difficile. La scelta la faranno i parroci in base alla loro coscienza”.

L’appello che fa don Enrico Turcato, tuttavia è morale: “Di fatto andare a messa al freddo, per tre quarti d’ora non è diverso che andare in piazza a fare uno spritz con gli amici. Possiamo fare un sacrificio ed entrare in chiesa col cappello, i guanti e le calze più grosse. Certo, pensiamo agli anziani, che sono più fragili e hanno bisogno di attenzioni, ma la vita nella comunità cattolica non è poi diversa da quella in chiesa. Non ci possiamo permettere consumi alti e se ci sarà qualche rinuncia da fare la faremo anche per dare una mano a chi fa fatica a pagare le bollette”.

A tal proposito la Caritas diocesana tramite le parrocchie ha diramato un bando per aiutare alcune famiglie nei consumi.

“La pandemia ha rafforzato le richieste, sono aumentate le povertà e le richieste ed è aumentata la fascia di famiglie che per vergogna o per discrezione non chiede, ma ha bisogno. Non possiamo lasciare nessuno indietro e il rischio è quello che certi nostri fratelli rimangano isolati in una solitudine che può fare anche più male di un grado in meno in casa”.

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