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Porto Viro

Gruppo Missionario San Giusto, impegno per il Madagascar

Il volontario Angelo Bellan: “Da allora è stato fatto un pozzo artesiano profondo circa 140 metri oltre all’acquisto di mezzi agricoli”

Gruppo Missionario San Giusto, impegno per il Madagascar

Il gruppo Missionario San Giusto, presieduto da Bruna Ravazzolo, fa sapere che Angelo Bellan (che fa parte del gruppo) è tornato da poco dal Madagascar. E’ stato il suo secondo viaggio in quella terra, il primo lo aveva fatto nel 2019 insieme a Pierluigi Tessarin (un altro componente). Insieme erano stati a Moroway a vedere le risaie. In quel momento il progetto era ancora agli inizi mancavano l’acqua e i mezzi agricoli, quindi tutto.

Da allora è stato fatto un pozzo artesiano profondo circa 140 metri con un’uscita di 15 centimetri dal quale fuoriesce tuttora la quantità necessaria d’acqua per la risaia – racconta Angelo Bellan -. Sono stati acquistati i mezzi agricoli necessari per la risicoltura con il finanziamento della Fondazione Cariparo. Ora siamo passati alla terza fase, quella della coltivazione, ma a causa del Covid, abbiamo dovuto attendere ad andare sul posto, per la consulenza tecnica sono ritornato in Madagascar e dopo un lungo viaggio sono arrivato a Moroway, facendo base a Mahajanga nella missione dei Salesiani. Ho trovato che la risaia è a coltura per il 30% circa da parte di contadini locali che in cambio del terreno e dell’acqua, che i salesiani danno loro, cedono il 30% del riso prodotto Per il restante 70% del terreno, abbiamo di capire come renderlo produttivo, dalle ispezioni fatte con i salesiani e i contadini del luogo abbiamo visto che con degli interventi si può portare il terreno ad una coltivazione del 100%. Abbiamo messo in funzione un laser donato dal Gruppo Missionario San Giusto, per la misurazione in altimetria del terreno, lavoro di due giorni impegnativi, ma il risultato è stato ottimo".

"Alcune cose sono ancora necessarie per mettere a frutto tutti i nostri programmi, ma dobbiamo trovare i finanziamenti per fare un invaso per creare deposito acqua per i momenti di bisogno - aggiunge - fare un centro agricolo per il ricovero dei mezzi, un’aia di circa 200mq per l’essiccazione e la brillatura del riso, una famiglia malgascia che faccia da guardiano al tutto e la manutenzione. fare un progetto per una scuola agricola di risicoltura biologica ecosostenibile, progetto che presenteremo alla Fondazione, per favorire i ragazzi malgasci ad apprendere una corretta coltivazione del riso e l’uso più opportuno dei mezzi agricoli, scuola che sarà all’interno della base logistica. Personalmente ho trovato una situazione buona per quanto riguarda la conduzione della risaia da parte dei salesiani. Però per le strade ho visto la solita povertà e miseria, tanti bambini e ragazzi bisognosi di tutto ma soprattutto di cibo e di scolarizzazione e in seguito un avviamento ad una attività professionale come fabbro, muratore, falegname e ora speriamo anche agricoltore. Ho avuto conferma che le opere salesiane sono le maggiori risorse per la povera gente. Tutto il Madagascar è molto carente di servizi come strade, scuole, ospedali, manca di energia elettrica e acqua potabile nelle case, dormono su pagliericci di foglie senza pavimento, senza frigorifero e senza bagno. L’unico modo di aiutarli sul serio è con la scolarizzazione, l’educazione e l’insegnamento di un lavoro, mettendo fine allo sfruttamento dei bambini analfabeti. Più saranno quelli che i salesiani tolgono dalla strada migliore sarà la vita nel mondo”.

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