VOCE
Rovigo
26.12.2022 - 19:20
Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo con delega per il Polesine
"Il 2022 è stato un anno durissimo, ma le nostre imprese hanno retto il colpo. Il 2023? Sono ottimista: sarà l'anno della Zes e dei grandi progetti”. Sono le parole di Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo con delega al territorio del Polesine. Insieme a lui il bilancio di quest'anno davvero complesso, ma anche ricco di novità e soddisfazioni, che sta per volgere al termine.
Com'è andato questo 2022?
“Devo dire che questo 2022 non è fondamentalmente andato male. Il mondo produttivo è cresciuto, eppure non siamo ai livelli del 2020-2021, piuttosto a quelli del 2019, il periodo pre-pandemia. Quest'anno le nostre imprese hanno retto il colpo ma ci si aspetta molta fatica nel primo semestre 2023. Lo vediamo difficile, in quanto le informazioni in nostro possesso prevedono per il primo semestre quella che viene definita recessione tecnica, per poi ripartire nei mesi a seguire”.
Tra crisi, guerra, problemi con le forniture, prezzo del gas, approvvigionamenti e inflazione, quanto ha pesato tutto questo sulle nostre imprese?
“È stato un anno molto complesso. Siamo partiti con il problema dei costi delle materie prime e della loro scarsa reperibilità. E poi, con la guerra in Ucraina, abbiamo assistito all'innalzamento dei prezzi del gas e dell'energia in generale. Siamo finiti in quella che è stata definita una tempesta perfetta e ora c'è anche l'inflazione. Ciò ha portato all'innalzamento dei tassi di interesse che, purtroppo, sono altri costi che si aggiungono per le nostre imprese. In questo momento c'è anche il problema del ricorso al credito bancario, al quale è sempre più difficile accedere: è uno dei più grossi problemi per le piccole e medie aziende che quindi debbono assolutamente pensare a ristrutturarsi in filiera. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di manodopera sia specializzata che non”.
Come mai?
“Il problema principale è la denatalità. Un fenomeno che colpisce tutto il Paese, il Veneto compreso ma soprattutto la nostra provincia, che è anziana e poco attrattiva per i giovani. È necessario fare un ragionamento di sistema per attrarli: noi stiamo puntando molto sulla formazione nel campo della logistica. Inoltre, è nostra intenzione istituire un ulteriore Its per quanto riguarda la meccatronica: a chiederlo sono le imprese. Ne ho già parlato con l'assessore regionale Elena Donazzan che ci ha dato la massima disponibilità per partire con il nuovo anno scolastico. La mancanza di manodopera, purtroppo, è uno dei problemi fondamentali del prossimo futuro. Bisognerà pensare anche ad una politica per il lavoro che valorizzi il fenomeno dell’immigrazione anche a vantaggio delle nostre aziende".
Una spada di Damocle rimane, ancora oggi, la burocrazia. Cosa serve alle nostre imprese?
"Sicuramente sburocratizzare è fondamentale. È necessario per tutto il sistema, non solo per le aziende. Questo appesantimento finisce per demotivare i potenziali investitori stranieri. Bisogna quindi cambiare per crescere".
A proposito di sburocratizzazione... il 2023 sarà l'anno della Zes?
"Sì, sarà anche l'anno della Zes, anzi della Zls. Sulla carta ce l'abbiamo già, ma dobbiamo farla finanziare perché il governo ha stanziato risorse solo per quelle del Sud. Stiamo dialogando anche ora con l’esecutivo, anche perché la Zona logistica semplificata sarà uno dei motori di sviluppo per la provincia di Rovigo. Inoltre ci sono già numerosi imprenditori che guardano al nostro territorio con interesse. Il 2023 deve essere l'anno della Zes e continueremo a fare il possibile perché lo diventi”.
L'anno che arriva sarà però soprattutto quello della fusione di Confindustria, cosa cambia per il Polesine?
“Sarà una grandissima opportunità. In questa fusione tutti i territori coinvolti hanno pari dignità e come dico sempre io è meglio essere una delle quattro ruote di questa Ferrari che abbiamo creato, che continuare a guidare un’utilitaria a metano da soli. L’aggregazione, ad esempio, ci consentirà di far valere il nostro peso anche in merito ai grandi progetti per i quali attendiamo un finanziamento del ministero delle imprese e del made in Italy. Penso, ad esempio, ai patti territoriali. Un altro importante driver riguarda le vie d'acqua. A tal proposito abbiamo costituito un gruppo di lavoro finalizzato al rafforzamento dell’Interporto e alla comprensione delle problematiche non solo di carattere infrastrutturale ma anche organizzativo e procedurale per lo sviluppo della navigazione commerciale lungo l’asta Fissero-Tartaro-Canal Bianco. Il coordinamento del gruppo è stato affidato a Giuseppe Fasiol di Infrastrutture Venete, azienda associata, coinvolgendo le Confindustrie di Mantova, Cremona ed Aipo”.
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