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AMBIENTE
29.12.2022 - 17:44
Se non caleranno i livelli di inquinamento - e con la nebbia e il cielo cupo di questi giorni è difficile anche solo pensarlo - quello che ci aspetta sarà un Capodanno senza botti. Dove non ha osato il sindaco, che ormai da anni non emette l’ordinanza anti-fuochi d’artificio per evitare i ricorsi al Tar dei produttori, osa l’accordo interregionale per il contenimento delle Pm10. Con dieci sforamenti consecutivi dei limiti di legge relativi alle polveri sottili, infatti, ieri è stata dichiarata l’allerta rossa su praticamente tutta la pianura veneta, Rovigo, ovviamente, compresa, così come Badia Polesine.
Sospesa, di conseguenza, la tradizionale “tregua natalizia” delle misure di contenimento dello smog. E da ieri e fino a nuovo ordine (fino a quando cioè i livelli delle polveri sottili non scenderanno sotto la fatidica quota di 50 microgrammi per metro cubo d’aria) scatteranno le restrizioni più pesanti. In particolare, sono previsti 18 gradi (con tolleranza di 2 gradi) negli edifici adibiti a residenzialità e 17 gradi (con tolleranza di due gradi) negli edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali.
E’ previsto, inoltre, il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa inferiori alle 4 stelle e sussiste il divieto di barbecue, falò rituali, fuochi d’artificio a scopo di intrattenimento. Non è consentita nessuna deroga per i fuochi di artificio di Capodanno e neppure per i falò rituali della Befana.
Il raggiungimento dell’allerta rossa in questo periodo dell’anno non è usuale - spiegano dal Comune . “ma si è verificato perché dopo una prima metà di dicembre caratterizzata da perturbazioni e precipitazioni, quindi con allerta zero un po' in tutta la regione, a partire dall’inizio della scorsa settimana si sono instaurate sul Veneto condizioni di stabilità atmosferica che hanno favorito la stagnazione e l’accumulo delle polveri sottili, con superamenti successivi delle concentrazioni di Pm10 per diversi giorni di seguito”.
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