VOCE
ADRIA
17.01.2023 - 19:16
C’è un diffuso vandalismo ambientale, ma c’è anche una crescente coscienza civile sempre più attenta al rispetto dell’ambiente. E che si indigna di fronte a certi atti, in primis l’abbandono di rifiuti, soprattutto quelli pericolosi per la salute e fortemente inquinanti per il territorio. Un’indignazione che trova ampia eco nei social.
A gettare il sasso nello stagno è Paolo Rigoni, appassionato di storia locale e profondamente attento alle tematiche del territorio. Così nella propria pagina Fb ha postato alcune foto di abbandono di rifiuti, altamente inquinanti e dannosi come pezzi di Eternit che contengono amianto. Il suo commento è un grido di dolore in una cornice romantica che richiama i profumi della campagna.
“Sulla strada ove si susseguono le antiche corti certosine – scrive Paolo Rigoni mostrando le foto dell’oltraggio ambientale – si incontrano Madonna, Croce, Tramilunghi, Possessioncella, Fornazzo, Possionanza. Uno vale uno? – si chiede - Nooo. A costoro togliere il diritto di voto! Il contenitore era ripieno di Eternit frantumata. Che ci resta da dire?”
Significativi i commenti che sono seguiti. “Li chiamo delinquenti che attentano alla vita delle persone”. Un’altra è più decisa: “Sono dei barbari: serbatoio di ignoranza e arroganza”. A suo giudizio “volendo, si può anche risalire ai responsabili”. Senza dare alcuna giustificazione, qualcuno spiega questi atti con i costi per lo smaltimento. E dice: “L' inciviltà non ha scuse. Ma il conferimento dovrebbe essere agevolato non a balzelli”. Un altro: “Che ebeti! Costa parecchio smaltirlo. Lo Stato dovrebbe elargire dei fondi per favorire lo smaltimento evitando questi atti pericolosi”.
Ma non finisce qui. Uno fa presente che nei giorni scorsi “ho contato 20 bottiglie di birra in 500 metri e pensare che nei dintorni non c'è neanche un bar che le vende. Dovrò passare a fare la raccolta”. Ancora un altro: “Per non parlare della Goresina, antico affluente del Po, diventata una discarica a cielo aperto senza che nessuno se ne accorga”.
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