VOCE
Corte dei Conti
24.01.2023 - 17:41
La Corte dei conti di Venezia ha condannato un ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Venezia e un ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Venezia, in solido tra loro e disgiuntamente, al risarcimento complessivo di oltre 5 milioni di euro.
L'istruttoria erariale, cui la sentenza si riferisce, è conseguente alla condotta criminale che avevano portato agli arresti e successivamente alle condanne penali dei due dirigenti delle Entrate nel 2018 con l’accusa, a vario titolo, di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Venezia, con la preziosa collaborazione della stessa Agenzia delle Entrate, ha svolto gli accertamenti contabili che hanno consentito di ricostruire compiutamente il giro vorticoso di tangenti e favori illecitamente acquisiti.
La responsabilità dei due ex dirigenti, acclarata dai finanzieri veneziani prima in sede penale e, successivamente, con specifica delega della procura regionale della Corte dei conti, in sede amministrativo-contabile, è emersa dall’accertamento dell’attività corruttiva che ha condizionato il perfezionamento delle conciliazioni stragiudiziali tra l’Agenzia delle Entrate ed un gruppo di imprese, conducendo ad una notevole quanto illecita diminuzione delle imposte contestate.
La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per il Veneto ha, da ultimo, accolto le richieste della procura regionale della Corte dei conti, condannando in solido i due ex funzionari pubblici al pagamento, in favore dell’Agenzia delle Entrate, di quattro milioni e 768mila euro a titolo di risarcimento del danno patrimoniale diretto.
Ha, altresì, condannato uno degli ex dirigenti al pagamento, in favore dell’Agenzia delle Entrate, di ulteriori 180mila euro a titolo di risarcimento per danno all’immagine e di 43mila euro per danno da disservizio; nonché l’altro dirigente al pagamento, sempre in favore dell’Agenzia delle Entrate, di ulteriori 100mila euro a titolo di risarcimento per danno all’immagine e di 30mila euro per danno da disservizio.
Ai due dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, che si sono costituiti in giudizio con delle memorie depositate dai propri legali di fiducia, non resta che valutare l’eventuale appello.
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