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LA STORIA

Lo scialpinista: "Così mi sono salvato"

Carluccio Sartori, l'imprenditore polesano racconta finalmente le ore sotto la valanga

Lo scialpinista: "Così mi sono salvato"

Carluccio Sartori

"Mi ritengo molto molto fortunato. Ho sentito la frana che mi ha travolto, ho come nuotato nella neve ma a un certo punto non ce l'ho fatta le gambe erano bloccate e la spalla era bloccata. Solo un braccio l'ho potuto buttare fuori e ho sentito che ho sfondato la neve".

E' commosso Carluccio Sartori, il 54enne imprenditore di Villanova Marchesana che è fuori pericolo e ha potuto rilasciare intervista alla tv di Bolzano Vb33 dall'ospedale di Bolzano, dove è ancora ricoverato. 

"Io mi ricordo tutto - racconta visibilmente commosso Carluccio Sartori - ma non è facile spiegare, non sono pronto a spiegare quello che ho vissuto e i pensieri. Alla famiglia non potevo pensare proprio mi sono concentrato sul sopravvivere, non volevo morire". La voce è rotta dalle lacrime: "Quando ho capito che ero bloccato, ho pensato, intanto respiro. Non usciva il braccio dalla neve perché mi cadeva addosso, mentre cadeva me la spostavo e creavo il buco. Sapevo che se sbagliavo era finita. Una volta che il varco che ho aperto, ho cominciato a chiamare 'Aiuto, aiuto, aiuto', ma non c'era niente da fare". 

La valanga nel frattempo avanzava. "Avevo paura che se sforzavo andavo a rovinare tutto quello che avevo creato, l'effetto igloo. Col buio ho sentito tanto freddo. L'unico mio problema era rimanere vivo. Chi si addormentava moriva, ho visto tanti film di scialpinisti. Durante la notte ho dovuto concentrarmi per non dormire mai, facevo una microginnastica, muovevo la spalla, il cuore andava veloce da solo, non buttavo il respiro, ogni movimento era concentrato per salvarmi la vita".

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