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Carlo Conti ai microfoni di Delta Radio

L'intervista esclusiva da Sanremo: "Amadeus, come me, ha una formazione radiofonica. Questo è il segreto per canzoni di successo"

Carlo Conti ai microfoni Delta Radio

Il conduttore televisivo Carlo Conti e l'inviato di Delta Radio Lapo Pretelli

ROVIGO - "Tutti cantano Sanremo" era lo slogan utilizzato da Carlo Conti, durante il suo periodo di conduzione del Festival. A pochi giorni dall'inizio della 73esima edizione del Festival di Sanremo, l'inviato di Delta Radio, Lapo Pretelli, ha intervistato per noi il grande Carlo Conti, presentatore e direttore nelle edizioni del 2015, 2016 e 2017 prima di Claudio Baglioni (2018 e 2019) e del collega Amadeus, che si trova ora a condurre la sua quarta edizione.

Durante i suoi festival vinsero Il Volo, gli Stadio e Francesco Gabbani, ma fu proprio grazie a Conti che il Festival di Sanremo riconquistò vigore e popolarità, fino a raggiungere il 50% di share in tv e segnare record su record, come non accadeva dal 2005. Qual è stato il segreto lo svela direttamente lui ai nostri microfoni."Sicuramente tanta fortuna e un po' di intuito - commenta il conduttore televisivo - uniti al fatto che provengo dalla radio. Ho sempre considerato Sanremo una messa cantata che andava fatta in un certo modo, con le canzoni protagoniste, un contorno di grandi ospiti e tutto il glamour sanremese".

"Ho cercato di avere delle canzoni molto radiofoniche e di ricreare l'interesse attorno a un festival che in realtà viaggia da solo - continua a raccontare Sanremo è una grande festa, un appuntamento imperdibile per gli italiani. Quindi ho cercato di renderlo il più possibile "Sanremo", perché come dice il più grande di tutti (Pippo Baudo, ndr) 'Sanremo è Sanremo'".

Infatti, tutti cantano Sanremo perché Sanremo appartiene a tutti. "Il palco dell'Ariston per una settimana intera diventa la casa di tutti gli italiani - conferma Conti - diventiamo tutti commissari tecnici della nazionale, da esperti di moda commentiamo gli abiti indossati dagli artisti, dagli ospiti e dai conduttori, giudichiamo le canzoni in gara, insomma il Festival è qualcosa che catalizza l'attenzione degli italiani. Anche quei telespettatori che dicono di non volerlo guardare alla fine poi lo guardano"

"Durante i miei tre anni, ho avuto la fortuna di avere tante nuove proposte forti. Se ci pensate - ci aiuta a ricordare il conduttore - in quel periodo sono partiti Caccamo, Nigiotti, Gabbani, Irama, Ermal Meta, Mahmood. Sono stato particolarmente fortunato ad avere avuto anche questi nomi tra le nuove proposte".

Quanto sta cambiando la musica di oggi, Conti l'aveva già notato durante la sua ultima conduzione. "Sapevo che c'era qualcosa di nuovo in arrivo. Quel Festival era stato vinto da Gabbani con al terzo posto la musica di Ermal Meta, già si percepiva che il sound era diverso. Le case discografiche si stavano accorgendo del cambiamento, delle novità arrivate poi con Mahmood, Ultimo e Elodie. Il mondo dei talent aveva raggiunto anche loro mostrando un nuovo modo di fare musica. Sono diventati più morbidi e ci hanno guidato verso nuove sonorità e altri ritmi. Sanremo ha catturato tutto questo con Amadeus che ha coinvolto tantissimi nuovi artisti nelle sue edizioni".

Per Carlo Conti e Amadeus in passato ci sono state grandi esperienze radiofoniche che, come ha raccontato lo stesso Conti, li hanno agevolati nel ruolo di direttori e conduttori del Festival. "Entrambi proveniamo dalla radio e, come dicono quelli bravi,  abbiamo un certo know-how, così quando sentiamo un brano per la prima volta ce lo immaginiamo già radiofonicamente". 

Perché gli italiani devono guardare il Festival? "Non lo devono fare, lo faranno naturalmente e qui c'è solo una risposta da dare: Sanremo è Sanremo". 

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