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VENETO

Bocciato al liceo, a 31 anni insegna ad Harvard

La splendida storia di Andrea

Bocciato al liceo, a 31 anni insegna ad Harvard

Bocciato alle superiori, ora, a 31 anni, insegna fisica all'Università ed è stato chiamato a fare lezione ad Harvard. E' una storia bellissima, quella del veneto  Andrea Cristofoli, 31 anni, originario di Povegliano, nel Veronese. La riporta il quotidiano L'Arena di Verona. Tutto è cominciato da un libro, racconta Andrea, una biografia di Albert Einstein trovata in una libreria di Villafranca.

"Quel libro mi ha aperto un mondo - dice Andrea all'Arena - È esplosa la mia passione per la fisica e per le leggi che regolano l’universo". A maggio Cristofoli volerà a Boston, all’Università di Harvard, dove è stato invitato in qualità di fisico teorico a tenere un suo discorso alla Black Hole Initiative (Bhi): il primo centro interdisciplinare al mondo per lo studio dei buchi neri, il Gotha dei massimi esperti di questi misteriosi corpi celesti, dove fu di casa, tra gli altri, Stephen Hawking.

"Essere chiamato a parlare in una delle più prestigiose università al mondo - e a soli 31 anni - è per me un risultato enorme - afferma Cristofoli - Penso che la mia storia, fatta non solo di successi, ma anche di tanta dedizione, sacrifici e perdite, possa essere di ispirazione per quei ragazzi non ancora consapevoli del loro potenziale, magari un po’ scoraggiati dagli inciampi, come lo ero io". 

"Non ero un bambino prodigio. Provengo da una famiglia normalissima, papà impiegato e mamma infermiera. Se ripenso al me-adolescente, fresco di bocciatura in prima superiore, e alle voci dei professori che mi dicevano: 'Non sei adatto al liceo scientifico', mi sembra incredibile il percorso fatto in seguito. Per fortuna sono stato testardo"

Lo scatto, appunto, arriva con la lettura della biografia di Einstein. "Avevo scoperto che tutto quello che ci circonda non è casuale, ma governato da leggi. Leggi fisiche basate su formule matematiche - ho capito poi - di una complessità e allo stesso tempo di una bellezza disarmanti, come una sinfonia di Beethoven. Mi affascinava pensare che, dietro quelle grandi scoperte, c’erano uomini “normali”, a volte con vite difficili. Mi sono gettato a studiare fisica e matematica come un pazzo, con una passione bruciante, andando a prendermi i libri dell’università. In quinta finivo il compito in classe nella metà del tempo assegnato, applicando teoremi che non stavano nemmeno nel nostro testo scolastico".

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