“Una perdita per l’intera comunità”

Badia perde Giovanni D’Andrea, tra i fondatori di Rpm. Si è spento nelle scorse ore, all’età di 80 anni, Giovanni D’Andrea, fondatore assieme ad Adriano Pedrini ed Alessandro Riello della Rpm, una delle realtà produttive più rilevanti del territorio badiese.

E’ proprio dalla carriera imprenditoriale di D’Andrea, che ha lasciato un segno nel Comune altopolesano, che parte il ricordo del sindaco Giovanni Rossi. "E’ un lutto per tutta la comunità - commenta il primo cittadino - perché è una persona che ha fatto molto per Badia. Dal punto di vista industriale, la sua iniziativa imprenditoriale ha dato lavoro a migliaia di persone, se si considera il turn-over avvenuto nel corso degli anni. Non era però attivo solo nel suo settore - riprende Giovanni Rossi - tramite Rpm, è stato tra i soci fondatori dell’Associazione Teatro Balzan, di cui era tesoriere e socio attivo. Assieme alla moglie, che faceva parte del Comitato biblioteca, era quindi molto legato al suo paese. Nel 2021, su mia indicazione, ha ottenuto il riconoscimento di Maestro del Lavoro”.

Nato a Venezia nel 1942 ma trasferitosi in tenera età a Milano, D’Andrea era perito industriale. Nel 1977, l’amico Adriano Pedrini lo coinvolse in un progetto per la creazione di una società di produzione di motori elettrici assieme ad Alessandro Riello. È così che a Badia nacque la Rpm, con la prima produzione nel 1978 nei locali dell’istituto Caenazzo ed il successivo trasferimento nel 1983 nell’attuale sede, che oggi dà lavoro ad oltre 300 persone e con un fatturato annuo totale di oltre 50 milioni di euro. Come ricordato nel corso della cerimonia di consegna del riconoscimento di Maestro del lavoro, ottenuto per l’impegno profuso a favore della comunità, D’Andrea era ritenuto una persona tenace, ligia al dovere, attenta ad ogni dettaglio.

A dare il triste annuncio della perdita sono la moglie Luisana, le figlie Micol e Nausica, con generi, nipoti e parenti. I funerali si terranno sabato 11 alle 11 nella chiesa arcipretale, a cui seguirà la cremazione. “Non fiori, ma offerte all’Airc” si legge nelle epigrafi.