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Carabinieri Forestali

Furto di gas da un pozzo artesiano

Il ritrovamento ad Adria, per riscaldarsi la casa

Furto di gas da un pozzo artesiano

I carabinieri forestali

Un sistema davvero geniale per rubare gas da un pozzo artesiano è stato scoperto dai carabinieri forestali di Adria e Porto Tolle. Denunciate le persone che avevano realizzato un vero e proprio impianto per trasformare il gas contenuto nell'acqua in gas metano da utilizzare per i loro scopi. 

Appena fuori dal centro abitato della città etrusca di Adria, da un pozzo artesiano terebrato ad una profondità di 30 metri più di sessant’anni fa, estraevano gas metano dal sottosuolo per riscaldare la propria abitazione.

A smascherare il furto i militari delle Stazioni Carabinieri Forestali di Adria e Porto Tolle che investigando a ritroso un’anomala salinità riscontrata nel corso dell’estata scorsa nello scolo Fossetta, riuscivano a risalire, prima allo scarico delle acque reflue generate nel corso dell’illecita estrazione e poi al “rudimentale” impianto per la produzione vera e propria del metano al quale era collegata una tubazione ed un separatore che trasportava direttamente il gas alla caldaia dell’abitazione della famiglia proprietaria dell’area.

Tale impianto, vetusto, ma perfettamente funzionante, consisteva nel classico “sistema a campana” un tempo utilizzato in particolare nell’estremo Delta del Po per estrarre abusivamente metano e che consiste nell’immettere l’acqua metanifera in un piccolo bacino, solitamente realizzato con una vasca in cemento, sopra la quale viene posizionata una “campana” che ha il duplice scopo di raccogliere il metano, che in maniera naturale si separa dall’acqua una volta che questa fuoriesce in atmosfera dal sottosuolo, e di mettere lo stesso in leggera pressione in modo da poter essere facilmente canalizzato nel luogo dove si desidera utilizzarlo.

I protagonisti rischiano ora pesanti pene: da due a sei anni di reclusione per furto aggravato, l’arresto da due mesi a due anni per lo scarico illecito di acque reflue, la reclusione da sei mesi a tre anni per contrabbando di prodotti energetici, da due a sei anni di reclusione per inquinamento ambientale, oltreché dover anche rifondere le imposte evase con una sanzione minima di 7.746,00 Euro.

I Militari della Forestale tengono a evidenziare, anche per evitare pericolose emulazioni, che tale impianto, tanto ingegnoso quanto pericoloso, poteva in qualsiasi momento “saltare in aria” in quanto, proprio per come era predisposto, erano persistenti e notevoli le fughe di gas, peraltro inodore.

I Militari informano anche che sono in corso accertamenti tesi a dimostrare da quanti anni tale illecito prelievo fosse in essere e se altre abitazioni del circondario sfruttavano tale impianto. 

 

 


 

 

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