VOCE
Tre anni di Covid
23.02.2023 - 07:19
L'emergenza Covid che ha travolto il Polesine a febbraio 2020, è ancora una immagine viva nel ricordo anche dei primi cittadini, impegnati giorno dopo giorno in una costante gestione delle comunicazioni e, soprattutto, ne prendere decisioni che avrebbero stravolto la vita di tutti.
"L'arrivo del Covid in Polesine ha rappresentato l'inizio di mesi complicatissimi - conferma il sindaco Edoardo Gaffeo - appena giunte le prime notizie abbiamo dovuto annullare eventi già in programma ed iniziare un percorso, condiviso tra enti, per gestire la comunità, in un clima generale di incertezza, tensione e molta paura". Tensioni alimentate anche dalla politica in un momento in cui la priorità era dare risposte rapide ed efficaci.
"Un momento in cui era indispensabile mantenere la lucidità ma non tutti lo hanno fatto - afferma - dato che non sono mancati gli attacchi politici riguardo decisioni, prese con osservazioni discutibili. Invece bisognava dare informazioni e prendersi cura di chi era spaventato o confuso, i commercianti stessi chiamavano per chiarimenti sui codici Ateco, perché non sapevano se aprire il negozio. Il Polesine è stato colpito duramente nella seconda ondata, registrando il 50% di decessi in più, ma è riuscito ad uscirne grazie alla scienza, a sforzi enormi e a una collaborazione fitta tra tutti gli attori, cosa di cui andiamo davvero orgogliosi".
Proprio durante la pandemia i sindaci hanno dovuto rivedere il loro ruolo di primi cittadini. "Ricordo bene quel periodo - spiega Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle - L'obiettivo primario era tranquillizzare i cittadini, ma anche reperire informazioni su un qualcosa che non conoscevamo e che ci aveva colti impreparati". Nelle prime fasi fondamentale è stato il fare rete, tra forze dell'ordine, amministrazioni, prefettura e sanità.
"Una sinergia fondamentale che ha permesso di iniziare a raccogliere informazioni e veicolarle in modo corretto - aggiunge -, per arrivare poi alla gestione di quella che è stata l'esplosione del Covid. Hanno iniziato ad arrivare i Dpcm, le prime regole, gli obblighi di non allontanarsi, di indossare le mascherine. Man mano che venivano definite le misure aumentava il bisogno di riposte, ricevevo anche 400 messaggi al giorno, ho dovuto farmi aiutare da un gruppo di lavoro".
Il Bassopolesine è stato il territorio meno colpito nella prima ondata della pandemia ma nonostante ciò le criticità non mancavano. "La seconda invece ci ha colpiti duramente - afferma - ed insieme alla gestione delle comunicazioni si intrecciava la necessità di aiutare chi in difficoltà e quella di gestire il dolore, per i lutti che ha portato. Portavamo medicine a chi era da solo, aiutavamo chi in difficoltà economiche. C'era paura, dolore, tanta confusione e necessità di prendere decisioni in fretta. Ci sono state storie strazianti, come quella di a una giovane che ha perso il padre la vigilia di Natale, e la madre il giorno dopo".
Un ruolo in costante equilibrio tra la necessità di guidare rassicurare. "Fondamentale il rapporto con la Prefettura e le occasioni create per aggiornarci su quanto stava accadendo ora per ora - spiega Sondra Coizzi, sindaco di Occhiobello - C'era una volontà di mantenere un rapporto pro attivo nei confronti delle comunità e ci ha dato la forza interiore per affrontare l'emergenza. Ci siamo sentiti supportati e aiutati". Tra le difficoltà, anche quella di interpretare regole che cambiavano di giorno in giorno.
"Ricordo i Dpcm, ogni volta che ne usciva uno bisognava dare le corrette informazioni ai cittadini - continua - Abbiamo lavorato molto nella comunicazione con video che hanno raggiunto tantissime persone. Ricordo anche tantissimi messaggi per avere delucidazioni su casi anche personali". Una gestione pratica ma anche emotiva, con regole che spezzavano affetti.
"Occhiobello ha avuto la questione del divieto di spostarsi tra regioni, in una comunità con forte influenza ferrarese e tante famiglie che avevano i parenti dall'altra parte. Una tragedia. Casi in cui è stato fondamentale mediare e aiutare a ricongiungersi, anche sollecitando la politica per permettere l'uscita almeno tra i due comuni". Nonostante il ricordo di quei giorni sia lontano, certe emozioni rimangono. "Abbiamo dimostrato una tenuta sociale molto forte muovendo strumenti fondamentali per la gestione di chi in difficoltà - conclude -. È stato fatto un lavoro importante mai sperimentato prima che ci ha portato ad affrontare situazioni senza esperienza pregressa. Un ruolo di grande responsabilità ma anche di grandi soddisfazioni".
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