VOCE
Covid
06.03.2023 - 12:36
Luca Zaia a Vo'
Sta scritto nero su bianco nelle intercettazioni riportate su gran parte dei quotidiani nazionali.
A metà marzo del 2020, con Vo' già in "Zona rossa" dal 23 settembre, la maggiore preoccupazione dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e dei vertici scientifici della sanità italiana era quella di bloccare l'iniziativa di Luca Zaia sui tamponi a tappeto proprio nella zona di Vo'.
"Fare tamponi a tutti adesso è la cazzata del secolo", scriveva Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms, a Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità. Insomma: Guerra voleva bloccare Zaia, e Brusaferro lo appoggiava: "Qui ognuno va per conto suo...".
E non solo. Ranieri Guerra - con evidente riferimento a Zaia, parla di "scemenze", e parte la campagna per considerare la strategia veneta, sostenuta da Zaia in prima persona di fare tamponi a tappeto, come uno spreco di risorse pubbliche. Al punto che viene chiesto anche l'intervento della Corte dei Conti. A difendere Zaia c'era in prima Andrea Crisanti, con il quale - come noto - i rapporti poi si incrineranno.
A questo punto si capisce meglio quello che Lucaq Zaia ha ripetuto più volte nella ricostruzione di quei giorni, quando afferma di avere fatto una scelta in assoluta libertà, e che se avesse sbagliato tutti sarebbero stati pronti a saltargli alla gola e a chiedergli i danni.
I risultati dei test a tappeto a Vo', con la scoperta di tantissimi asintomatici, cambieranno invece la storia della lotta al Covid. E poche ore dopo quelle intercettazioni la stessa Oms modificò la propria strategia in "test, test test...".
Le intercettazioni di Guerra e Brusaferro sono contenute nell'inchiesta di Bergamo che vede indagati, oltre allo stesso Brusaferro, anche l'allora premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della salute, Roberto Speranza per la mancata istutuzione della "zona rossa" ad Alzano e Membro che causò - secondo le perizie - migliaia di morti in più rispetto a quanto sarebbe potuto accadare.
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