VOCE
L'ALLARME
14.03.2023 - 12:53
L’aumento del 9,2% dello stipendio a colf e badanti è scattato dal primo gennaio, e sono già molti gli anziani che dicono di non essere più nella condizione di potersi permettere un aiuto.
"Da una parte la giusta rivendicazione di una categoria di lavoratrici, dall’altra il bisogno di assistenza di chi non è più in grado di farcela da solo e che – allo stesso tempo – sottolinea la Presidente della Cna Pensionati di Rovigo - non dispone di un reddito tale da poter pagare uno stipendio regolare a una badante. Un problema serio, che non è pensabile si possa risolvere ricorrendo al lavoro nero o “grigio” ma nel rispetto delle regole e della legge. Gli aumenti maggiori riguardano le badanti conviventi o con orari lunghi, con la retribuzione che passa da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro (circa 94 euro in più al mese)".
"Se aumenta lo stipendio, aumentano anche i contributi da versare, la tredicesima, il Tfr. Le famiglie sono molto preoccupate, dal momento che già per sostenere i livelli retributivi precedenti gli anziani hanno dato fondo, in molti casi, ai risparmi di una vita. Per Cna Pensionati sono più che mai urgenti politiche a sostegno della terza età e della non autosufficienza, a partire dai sostegni alle famiglie che aiutino a pagare lo stipendio delle badanti. Una soluzione è certamente quella del cosiddetto "Assegno unico universale per anziani non autosufficienti”, una prestazione che assorbirà tutte le indennità attualmente in vigore, a cominciare dall’indennità di accompagnamento".
Il disegno di legge delega è stato approvato lo scorso 19 gennaio, ma perché la prestazione diventi effettiva bisognerà attendere fino a marzo del 2024, quando entreranno in vigore i decreti attuativi. E nel frattempo? “Serve una norma cuscinetto che sostenga il reddito degli anziani e delle persone non autosufficienti – commenta Valeria Zanchetta presidente Cna Pensionati Rovigo – fino a quando entrerà pienamente in vigore la nuova legge, prevista nel Pnrr”.
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