VOCE
CASO GEODIS
03.04.2023 - 13:10
Una giornata di mobilitazione, organizzata dal sindacato Cgil, di fronte ad Amazon per difendere i lavoratori Geodis, lo stabilimento di logistica di Arquà Polesine che, avendo come unico fornitore proprio Amazon, in seguito alle nuove politiche del colosso del commercio online, ha deciso la chiusura totale. In ballo ci sono la bellezza di 130 posti di lavoro.
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"Come avrete sicuramente sentito - spiega Pieralberto Colombo, segretario generale della Cgil Rovigo - da oramai 3 settimane le lavoratrici (la metà) ed i lavoratori dell’impianto Geodis di Villamarzana hanno perso il posto di lavoro: nel capannone di 45.000 metri quadrati, costruito con le agevolazioni ed i contributi per le aree depresse, dove da 7 anni si lavorano pacchi Amazon con grande impegno e sacrificio delle lavoratrici e lavoratori".
"Dal 31 luglio vi sarà una cattedrale nel deserto, un monumento al culto delle multinazionali che arrivano, cementificano, creano l’illusione di una occupazione duratura, e poi lasciano col cerino in mano 130 famiglie, scaricando su di esse ancora una volta i costi economici e sociali. Anzi lasciano il peso sulle spalle di tutto il Polesine, che dovrà farsi carico di 130 famiglie, che si ritroverà un capannone vuoto (come tanti altri, peraltro condizione appetibile per le società di criminali che vedono la possibilità di stoccare rifiuti), l’ennesimo insulto ad un territorio che rischia di essere martoriato, utilizzato col solo fine di un guadagno che è finito e finirà altrove, lontano dalle nostre tasche".
"Un film che si ripeterà, ne arriveranno altri, toglieranno campi per far spazio al cemento, ci spiegheranno che daranno lavoro stabile e duraturo. No, non ce lo possiamo permettere! Questa vicenda è emblematica di come la mancata gestione e programmazione unitaria delle strategie di sviluppo di qualità del nostro Territorio da parte delle Istituzioni locali e dei “portatori d’interesse” finisce per danneggiare gravemente la nostra Comunità, lasciando campo libero a chi guarda esclusivamente ai propri interessi particolari. Pretendiamo che Amazon rimanga cliente di quell’impianto, è l’unica tra tutte le Società coinvolte ad avere la forza per salvare quei posti di lavoro".
Un tema caldissimo, in questo periodo in Polesine. Sul quale ha scelto di intervenire anche il deputato del Pd Alessandro Zan. "“Esprimo solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento Geodis di Arquà Polesine, dove ogni giorno si occupano della logistica dei pacchi Amazon. Ancora una volta la logica puramente speculativa di enormi multinazionali rischia di lasciare per strada 130 famiglie, dopo appena 7 anni dalla costruzione dello stabilimento di ben 45.000 mq, costruito peraltro con le agevolazioni per le aree depresse".
"La decisione di chiudere lo stabilimento è sintomatica del fatto che non ci fosse da parte di Geodis alcuna intenzione di investimento sul territorio, ma unicamente di sfruttare il Polesine, un’area già in profonda difficoltà. Sono anche basito dal silenzio del Governo sulla vicenda: questa destra quotidianamente lancia campagne mediatiche contro nuovi nemici, ma resta in silenzio davanti alle prevaricazioni di questi potentati economici sui diritti dei lavoratori. Forti con i deboli e deboli con i forti".
"Per questo predisporrò un’interrogazione al Ministro Urso, affinché ci dica come il governo intenda affrontare il dramma di 130 persone e le loro famiglie che rischiano di veder sfumare il proprio futuro. Come Partito Democratico saremo in prima linea, insieme ai sindacati, in questa battaglia per far sì che Amazon rinnovi il contratto con Geodis: questa è l’unica soluzione per disinnescare questa bomba sociale.”
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