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La grandine devasta le colture, agricoltura in ginocchio

Il presidente Salvan: "In una manciata di minuti distrutto il lavoro di un anno intero"

È la seconda grandinata nel giro di due settimane quella che ha colpito le campagne polesane oggi: un 25 aprile che doveva essere di festa e che invece si è trasformato in una giornata da dimenticare per gli agricoltori. 

Lo spiega in una nota Coldiretti Rovigo: "Il settore attendeva la pioggia che potesse ristorare le colture e rimpinguare le falde completamente vuote, visto l’inverno a dir poco siccitoso. Tra le calamità più temute dagli agricoltori però c’è la grandine che è tornata a far visita al nostro territorio stamattina dalle 9 in poi prendendo diversi comuni; le segnalazioni sono arrivate da Lusia, Rovigo, Arquà Polesine, Crespino, Costa, Bosaro, Fiesso Umbertiano e Pontecchio".


Tra le colture maggiormente colpite le frutticole, tra cui le drupacee e i kiwi, ma anche quelle estensive come grano, colza, aglio, mais e barbabietole da zucchero. È ancora presto per fare la conta dei danni, si dovrà aspettare che finisca l’ondata di maltempo che imperverserà tutto il giorno. I chicchi, di varie dimensioni, si sono scagliati sulle coltivazioni colpendo gemme, fiori e germogli.


“Nel mese di aprile abbiamo visto turnarsi più di una stagione – commenta Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo -,: prima la siccità che si protraeva dall’inverno, poi il calo di temperature rispetto a marzo e l’arrivo delle gelate tardive, in alcune zone era scesa la grandine il 13 aprile. La pioggia serve, ma per essere di sollievo doveva durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa; mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, non portano benefici, anzi, aumentano i danni. La grandine, infatti, è l’evento climatico più grave nelle campagne per i danni irreversibili che provoca ai raccolti, visto che in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno intero”.


I cambiamenti climatici hanno un impatto impressionante sul settore agricolo e se ne parla ancora troppo poco – prosegue Salvan -. Siamo di fronte a un’evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense con il rapido passaggio dal caldo al maltempo. È importante che le aziende prendano confidenza con gli strumenti assicurativi, perché in questi casi di violenti eventi atmosferici, non ci sono soluzioni protettive attive per tutte le colture”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    25 Aprile 2023 - 15:50

    i soldi del pnrr vengano usati in questi casi di calamita' nazionale...npon per la costruzione/restauro di stadi per disputare il calcio!!!

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