VOCE
il caso
22.05.2023 - 23:03
E’ stato arrestato dalla polizia, su un ordine di carcerazione, per espiazione di pena definitiva, arrivato da Belluno e, dopo un breve passaggio in carcere, ha ottenuto la concessione dei domiciliari nella casa del clero che si trova in centro a Rovigo.
Al centro della vicenda, un anziano sacerdote, oggi sugli 80 anni, don Giovanni Brancaleoni, originario del Padovano, con vari incarichi in Polesine e fuori Polesine. Un prete che, nel corso del suo cursus “honorum” ecclesiastico è stato anche investito del ruolo ufficiale di esorcista. La vicenda che lo ha portato a venire arrestato, con pena divenuta definitiva in Cassazione, si è verificata nel Bellunese.
Qui, il religioso secondo le contestazioni si sarebbe preso a cuore la situazione di un giovane con gravissimi problemi psichici, ospitato in una struttura specializzata del territorio. Il sacerdote, tuttavia, per l’accusa aveva maturato ben presto la convinzione che il paziente psichiatrico non venisse gestito nella maniera ottimale e, anzi, le condizioni nelle quali lo teneva la struttura fossero pessime. Nel corso del processo si era persino scomodato il termine di “lager”, per descrivere, ovviamente dal punto di vista del sacerdote, che riteneva di agire a fin di bene, le condizioni della struttura.
In questo modo, erano iniziate una serie di “incursioni” considerate dall’accusa come veri e propri atti persecutori, o stalking che dir si voglia, accompagnate da calunnie, consistenti per l’appunto nell’accusare la struttura di maltrattamenti nei confronti del paziente.
Una vicenda giudiziaria che ha conosciuto un approdo in Cassazione, con una pena - nell’ordine dell’anno - divenuta definitiva, con la conseguente necessità di scontarla. Nonostante l’età, decisamente avanzata, in prima battuta il religioso era stato portato in carcere, ma, in seguito, è stato deciso di concedere la detenzione domiciliare nella casa del clero di Rovigo, nel centro della città.
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