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CARABINIERI

Tornano a San Bortolo sette tele di grande valore

Oggi a Torino la consegna ai parroci. Venerdì la presentazione. "Opere straordinarie"

Tornano a San Bortolo sette tele di grande valore

Tornano a casa, finalmente, dopo 40 anni. Sono sette tele di Giovanni Battista Cromer e di San Giovanni Evangelista che erano state rubate nel 1983 nella chiesa di San Bortolo.

Sono stati restituiti oggi 30 maggio a Torino a don Andrea Varliero e a don Christian Malanchin in una cerimonia che si è tenuta a Torino. E saranno presto disponibili nella parrocchia, a casa dopo 40 anni.

Venerdì 2 giugno, durante la lunga notte delle chiese dalle 22 alle 23 verranno presentati nella chiesa di San Bortolo. "Si tratta di tele preziose, di valore storico non da poco - hanno commentato i due amati parroci rodigini che si sono recati nel capoluogo piemontese per riaverli - Per noi significa recuperare una storia, una tradizione e dare la possibilità a tutti di essere fruibili e contemplati da tutta cittadinanza di Rovigo e non solo da privati". 

In totale sono stati diciassette dipinti e due sculture recuperati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino nel corso dell’indagine denominata 'Pro Ecclesià. Questa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, era iniziata nell’ottobre del 2021, con il rinvenimento, su una piattaforma online specializzata nella vendita di beni antiquariali, di quattro dipinti rubati il 3 agosto del 1983 dalla chiesa di San Bortolo di Rovigo. Si trattava di quattro opere pittoriche del diciassettesimo secolo attribuite al maestro veneto Giovanni Battista Cromer, raffiguranti i santi Ambrogio, Benedetto, Agostino e Gregorio Magno, in vendita a prezzi compresi tra tremila e cinquemila euro.


La ricostruzione della filiera possessoria di quei dipinti ha condotto i carabinieri ad individuare nel torinese un deposito di proprietà di un collezionista ormai deceduto che, nel corso di molti anni, aveva acquistato e poi rivenduto numerose altre opere illecite. L’analisi della documentazione rinvenuta nel magazzino scoperto dai militari ha permesso di sviluppare ulteriori indagini e scoprire altri beni culturali rubati tra il 1980 e il 1990 alle parrocchie di Rovigo, Longare (Vicenza), Casaleone (Verona), San Martino in Este (Padova), Bozzolo (Mantova), Cazzago San Martino (Brescia) e Montagnana (Padova).

Quasi tutte le opere erano state vendute più volte sul mercato antiquariale, circolando per anni all’insaputa di venditori e acquirenti ingannati dalle false documentazioni sulla loro provenienza. In un caso, il riciclaggio delle opere ha portato ad una manipolazione dell’opera come quella rivelata dal rinvenimento di un frammento raffigurante 'tre puttì ritagliato da una pala d’altare del Diciassettesimo secolo attribuito a Francesco Zanella , rubata nel 1981 dalla Chiesa di San Martino in Este.


Il recupero delle numerose opere è stato possibile attraverso un corale impegno di tutte le articolazioni dell’Arma a livello nazionale che hanno consentito di rinvenire e sequestrare le opere a Torino, Milano, Genova, Firenze, Perugia, Ascoli Piceno e Padova. Uno straordinario aiuto nella conduzione delle attività investigative dei Carabinieri è derivato dalla 'Banca dati dei beni culturali illecitamente sottrattì, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

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